Caccia alla volpe, colpevole errore

PADOVA. Le nutrie vanno abbattute perché non hanno predatori in natura. O meglio, il predatore c’è ed è la volpe, ma Regione e Provincia inseriscono questo animale tra le specie da cacciare in Veneto. Il motivo? Contendono lepri e fagiani ai cacciatori. Questo, almeno, è il ragionamento che sta alla base della denuncia di Enpa Padova, Gruppo d’Intervento Giuridico del Veneto e Coordinamento Protezionista Padovano. Le associazioni partono da una recente delibera di giunta regionale che dà ai Comuni veneti la possibilità di emanare ordinanze anti-nutrie: provvedimenti, cioè, per contenere il numero di nutrie - che effettivamente stanno infestando mezza regione – che prevedono tra le altre cose anche liberi abbattimenti da parte dei cacciatori. «Si rende necessario proseguire nell'attuazione di interventi di controllo numerico della specie nutria» si legge nella delibera «anche in conseguenza della mancanza di fattori naturali di regolazione numerica, ivi compresa l’assenza di predatori»

. Ed è proprio sull’assenza di predatori che gli animalisti storcono il naso. Foto alla mano – è il caso degli scatti di Aldo Tonelli della Lega Italiana Protezione Uccelli e del fotografo Luca Iancer – le associazioni mostrano che un avversario in natura in realtà ci sia: nelle suggestive immagini, scattate tra Veneto e Friuli Venezia Giulia, si vedono volpi attaccare e poi divorare proprio delle nutrie. «La volpe svolge, quindi, un ruolo importantissimo e insostituibile nel mantenimento degli equilibri ecosistemici» spiegano gli animalisti «Eppure il calendario per l’esercizio venatorio della Regione Veneto prevede che la volpe sia specie cacciabile dal 20 settembre 2015 al 31 gennaio 2016: l’intera durata della stagione venatoria!».
Abbattimenti di volpi sono denunciati anche da marzo a giugno nelle Zone di Ripopolamento e Cattura e poi da agosto a fine febbraio durante la mietitura. Nelle sole Zrc del Padovano, nel triennio 2010-2012, sono state ammazzate 758 volpi. «E per cosa? Il piano di controllo numerico delle volpi della Provincia spiega che la volpe caccia più assiduamente la piccola selvaggina di interesse venatorio e che la presenza della volpe contribuisce in maniera sensibile al calo della densità delle specie preda quali lepre, fagiano e starna». Da qui la considerazione finale: «Le volpi si uccidono nel solo interesse dei cacciatori, che non vogliono contendenti nella caccia a lepri, fagiani e starne». Contro la difesa delle lobby, gli animalisti chiedono che sia dato ascolto alla natura.
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