Caccia, c’è la sanatoria per le altane in ferro
L’ente Parco cambia le regole per la selezione dei cinghiali: non c’è più l’obbligo di usare il legno

TEOLO. C’era una regola, nel piano di controllo dei cinghiali varato dalla Regione sei mesi fa: le postazioni fisse per l’abbattimento dovevano essere costruite di legno. Regola scarsamente rispettata, si è visto subito. Le postazioni spuntate qua e là, dentro il parco, rispondevano all’urgenza di sparare in fretta, senza curarsi troppo dell’estetica. Così nel cuore dell’area protetta sono comparse altane in tubi di ferro, coperte da teli di plastica (vietati) e con scale fisse (altra violazione) che avrebbero permesso a chiunque di salirci. Tra le irregolarità, poi, c’era il fatto che alcune di queste postazioni erano state costruite in prossimità di strade, cosa non consentita. Per mesi le associazioni del fronte protezionista e ambientaliste hanno segnalato le irregolarità all’ente Parco. Che, a sua volta, non ha intensificato i controlli: ha semplicemente modificato la regola. Così adesso - per effetto della decisione del commissario Enrico Specchio - è possibile costruire altane con qualsiasi materiale, a condizione che il selecontrollore (leggi il cacciatore) dichiari di non aver potuto procurarsi il legno per costruire la postazione. È, di fatto, una sanatoria alle postazioni già esistenti, come quelle che il Gruppo di Intervento Giuridico ha segnalato tra settembre e ottobre a Teolo e a Baone. Ma non è questa l’unica novità introdotta nel regolamento. Il commissario ha stabilito una diversa ripartizione dei capi abbattuti: ai selecontrollori ne sarà assegnata una quota maggiore, così che possano cederne una parte al proprietario del fondo sul quale è stato abbattuto il cinghiale. Una modifica che il fronte protezionista critica aspramente: «Così i cacciatori si alleeranno con i proprietari dei terreni», dice Renzo Rizzi, portavoce per il Veneto, «per cui a questo punto non converrà proprio più a nessuno eradicare i cinghiali, ma casomai incrementare con il foraggiamento quello che è diventato un allevamento a cielo aperto».
(cric)
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