Calano i consumi di gas nelle famiglie padovane

Lo confermano i dati di Acegas Aps: si è passati dai 312,1 milioni di metri cubi erogati nel 2012 ai 306,5 del 2013. La colpa è anche della crisi economica
Di Felice Paduano

Acegas Aps spa del gruppo Hera ha divulgato i volumi complessivi di gas erogati alle famiglie e alle aziende padovane nel corso del 2013. In totale, sono stati distribuiti 306.5 milioni di metri cubi. Nel 2012 erano stati 312.1 milioni di metri cubi e nel 2011 ben 316.1. In pratica, rispetto al 2012, sono stati erogati 5.6 milioni di metri cubi di metano in meno, mentre rispetto a due anni fa, la diminuzione è stata complessivamente di 9.6 milioni di metri cubi. Se, invece, si calcola in percentuale il drastico calo del consumo del gas (che Acegas Aps acquista dalla Russia), si nota che, in provincia di Padova, la diminuzione tra un anno e l’altro è stata del 3 per cento, mentre tra il 2013 e il 2011 è risultata di circa il 10 percento. In media un metro cubo di gas costa 0.80 euro e ogni famiglia con riscaldamento autonomo spende all’anno per l’acquisto di mille metri cubi di metano circa 800 euro: si calcola facilmente che residenti e imprenditori abbiano risparmiato in tutto 4 milioni e 480 mila euro nel corso del 2013. Cifra, naturalmente, che deve essere quasi raddoppiata se si fa il confronto con il 2011. Tra l’altro i dati padovani non si discostano molto da quelli nazionali diffusi, pochi giorni fa, dal Garante dell’Energia che parla di un calo, complessivo, del 6.4 per cento sempre rispetto al 2012, evidenziando che ormai siamo tornati agli stessi livelli del 2002.

Quattro sono i motivi essenziali del calo graduale del consumo di gas che dura almeno dal 2007: caduta della produzione industriale in generale connessa alla più lunga crisi economica in atto dal dopoguerra, uso più oculato del gas da riscaldamento da parte delle famiglie e in particolare dei ceti meno abbienti, sempre più maggiore utilizzo, seppure con un percorso più lento rispetto alle previsioni di qualche anno fa, delle energie rinnovabili e, infine, aumento della temperatura media.

Roberto Nardo, segretario di Adiconsum Cisl, sottolinea «i disagi che devono sopportare le famiglie povere, costrette a riscaldarsi sempre meno perché gli stipendi e le pensioni sono fermi da sei anni». E osserva: «Nel mio ufficio in via del Carmine sono venute già decine di persone, in genere anziani che abitano soli e ricevono una pensione medio-bassa, a comunicarmi che non hanno ancora aperto i termosifoni e che si riscaldano con delle stufette elettriche, accese poche ore al giorno» sottolinea il segretario di Adiconsum. Più di taglio economico il commento di Gianni Castellan, che dà un segnale di speranza per quanto riguarda la produzione industriale nel territorio: «La crisi sta uscendo fuori dal tunnel, seppure lentamente», osserva il segretario interprovinciale della Fim Cisl di Padova e Rovigo, «Più che il mercato interno, la ripresina nel Nordest riguarda l’export. Naturale, quindi, che già a cavallo tra il 2012 e il 2013, la produzione industriale a Padova e in tutto il Veneto abbia cominciato a girare meglio, anche se siamo ancora lontano dai livelli degli anni precedenti alla crisi. Di conseguenza è scontato anche l’aumento del consumo del metano nelle aziende. Tuttavia va ricordato che se l’industria è in crisi in Italia, una delle cause è proprio il costo dell’energia per la quale gli imprenditori devono spendere il 40% rispetto alla media europea».

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova