Calcio, allo stadio euganeo vietato l'ingresso alla bandiera venetista: è polemica

PADOVA. Vogliono entrare in curva con la bandiera raffigurante il leone di San Marco, simbolo della Serenissima Repubblica di Venezia, ma gli addetti alla sicurezza vietano l'ingresso del vessillo.
È successo ieri allo stadio Euganeo prima di Padova-Sudtirol, partita valida per il campionato di calcio serie C. Il divieto ha colpito un ragazzino di 14 anni, accompagnato dalla mamma e dal fratello più piccolo, che hanno potuto accedere alla Tribuna Fattori (settore ultras) solo dopo aver consegnato la bandiera.
Nella curva del Padova, la bandiera «incriminata» è sempre stata esposta senza problemi: l'episodio ha suscitato la reazione degli ultras, che nel secondo tempo hanno staccato gli striscioni e hanno sospeso i cori per 5 minuti in segno di protesta, per poi riprendere a tifare intonando il coro «Bastardi noi siamo il Veneto».
Il questore Paolo Fassari ha detto che la normativa consente l'accesso solo alle bandiere delle due squadre in campo e al tricolore, aggiungendo che la bandiera col leone di San Marco è da considerarsi «venetista»
Interrogazione al ministro. Il deputato leghista Massimo Bitonci ha depositato un'interrogazione al ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, per chiedere «se non ritenga opportuno approfondire la dinamica della vicenda» per capire «le ragioni per le quali sarebbe stato fatto divieto di accedere allo stadio con la bandiera del Veneto».
Fabrizio Boron, consigliere veneto della Lista Zaia, sollecita «che dai piani alti del Viminale arrivino precise, chiare e soprattutto valide spiegazioni. Vietare l'ingresso della bandiera di San Marco allo stadio profuma di gravissimo atto di repressione, mascherato da innocuo provvedimento. A questo punto - aggiunge Boron - il fatto si somma a quanto sta non-avvenendo con l'Autonomia: potrei pensare che a Roma l'Autonomia e le capacità del popolo veneto facciano paura e non poca».
Silvia Rizzotto, capogruppo regionale della Lista Zaia, si chiede «da quale articolo della Costituzione, questa volta, il Governo farà uscire l'illegittimità ad essere 'troppo venetà una bandiera. Da Roma stanno dando schiaffi in faccia ai veneti uno dietro l'altro. Ma hanno sbagliato Regione; vadano a fare i repressivi dove i loro slogan elettorali fanno ancora presa».
Sulla questione interviene anche Nicola Finco, capogruppo della Lega in Regione Veneto: «quanto accaduto a Padova - afferma - è un fatto gravissimo, soprattutto perché viene da un rappresentante dello Stato, il Questore Paolo Fassari, che dovrebbe conoscere la storia della nostra Regione, quella in cui lui svolge il suo ruolo pubblico. Stiamo parlando non del simbolo di un partito o di una corrente politica, ma di una terra, dell'identità di un popolo».
La replica della questura. Da oltre dodici anni è in vigore una determinazione dell'Osservatorio Nazionale sulle manifestazioni sportive che consente di introdurre negli stadi striscioni o quanto ad essi assimilabili solo se preventivamente autorizzati.
Lo spiega la Questura di Padova in riferimento all'episodio accaduto ieri pomeriggio durante la competizione calcistica Padova-Sud Tirol presso lo stadio Euganeo, con il divieto di introdurre una bandiera della Repubblica Serenissima di Venezia all'interno della curva Fattori in possesso ad un ragazzo ventenne.
Nel rilevare che «possono liberamente essere introdotte ed esposte le bandiere riportanti i colori sociali delle due squadre che disputano l'incontro», la Questura sottolinea «che anche in occasione della partita di Coppa Italia Padova-Vicenza, disputata lo scorso 6 novembre, è stato consentito l'accesso esclusivamente alle bandiere con i colori sociali delle due squadre in competizione. In entrambe le circostanze nessuna bandiera è stata sequestrata»
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova