Calcio Padova, a bocca asciutta l’ex presidente Penocchio

Aveva fatto causa a Marcello e Lorenzo Cestaro, Barbara Carron e all’ex direttore generale Gianluca Sottovia (tutti amministratori del Calcio Padova spa) con Unicomm srl (società dei Cestaro) per presunti danni patiti nell’ambito dell’acquisizione del pacchetto azionario del Calcio Padova. E aveva reclamato oltre 3 milioni di euro di risarcimento per l’accusa di cattiva gestione come per avergli rifilato un affare a costo zero ed esente da rischi, ma solo a parole. È il dicembre 2015. Niente da fare: richiesta bocciata dal Tribunale di Venezia delle imprese che ha rispedito tutte le richieste al mittente, vale a dire l’imprenditore bresciano Diego Penocchio e Ormis spa (difesi dai legali Tullio e Andrea Castelli con Andrea Bodi). E ha condannato Penocchio e Ormis a pagare le spese per un totale di 23 mila euro. Soddisfatti gli ex amministratori difesi dai legali Martuccelli, Vaccaro, Donato e Murgia, con Sottovia, difeso dagli avvocati Francesco Miazzi e Mattia Gurian.
La decisione
Nella sentenza (presidente del collegio Lina Tosi) si legge: «Non è stato dato adeguato riscontro che gli stessi amministratori (citati in giudizio) abbiano anche cagionato l’insufficienza patrimoniale. L’unico riferimento acquisibile dalla documentazione riguarda l’operazione di rimborso del finanziamento eseguito nel giugno 2013 all’allora socia Unicomm, posto che la relazione dei sindaci del 27 giugno 2014 segnala, tra le operazioni compromettenti l’integrità del patrimonio, detto rimborso. Tuttavia va notato che il collegio sindacale non qualifica affatto tale operazione come illecita... e nulla riferisce circa l’insufficienza del patrimonio della società per i creditori».
Il contenzioso
Nell’atto di citazione Penocchio sosteneva che gli ex componenti del cda di Calcio Padova avevano posto in essere una serie di operazioni pregiudizievoli per la società. Società comprata nel 2013 tramite Iniziative Euganee creata da lui stesso, tenuto all’oscuro – ribadiva – delle reali condizioni finanziarie in cui versava Calcio Padova. «A fronte della promessa di costo zero e della dote di 5 milioni di euro, il signor Penocchio si convinceva a effettuare l’operazione... il 25 giugno 2013 una prima bozza di accordo... il 27 il preliminare con oggetto l’acquisto del 48% del capitale sociale di Calcio Padova» si legge nell’atto di citazione. Penocchio aveva lamentato che nella trattativa gli erano stati offerti 5 milioni di euro in tre anni, per la sponsorizzazione di Famila tramite Gsport. E aveva spiegato di essere creditore verso Calcio Padova di 812.000 euro per il mancato incasso, da parte di Ormis, del credito ceduto da GSport e di 2. 114. 000 euro a titolo di importo prestato in fideiussione nei confronti dell’Istituto per il Credito Sportivo.
Istanze non accolte
Come accertato dal tribunale, Ormis aveva rinunciato al proprio credito nei confronti di Calcio Padova in cambio della corresponsione di mille euro, dall’altro lato Penocchio non ha dimostrato di avere effettuato alcun pagamento in relazione al preteso obbligo di far fronte personalmente alla fideiussione. «Dalla sentenza sembra potersi dedurre che nessuna responsabilità può essere ascritta al signor Sottovia, a Unicomm e agli ex componenti del cda di Calcio Padova per i fatti che hanno interessato la società successivamente all’estate del 2013. E che il dissesto a cui è andato incontro il Calcio Padova, dopo l’arrivo di Penocchio», rilevano i legali Rossi e Gurian, «è ascrivibile alle decisioni assunte dal medesimo, a cui pure, non è bastato ricevere “in regalo” una squadra di calcio senza dover sostenere alcun costo per l’acquisto, una “dote” iniziale di 5 milioni di euro e ulteriori 5,5 milioni di euro. Milioni, questi ultimi, in realtà non ricevuti direttamente da Penocchio ma versati da Unicomm dopo il dissesto societario per evitare un sicuro fallimento, nel quale sono incorse tutte le altre società professionistiche in questi ultimi anni». —
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