Call center Comdata altri 50 esuberi Tagli su base volontaria

TOME’-AGENZIA BIANCHI-PADOVA - SIT IN DEI CALL CENTER DAVANTI PALAZZO MORONI
TOME’-AGENZIA BIANCHI-PADOVA - SIT IN DEI CALL CENTER DAVANTI PALAZZO MORONI

PADOVA. Vertenza Comdata: altri 50 esuberi, seppure su base volontaria. Attualmente, nella sede di via Dalla Costa, i lavoratori sono 130 ma in cassa integrazione fino ad agosto 2020 e di fatto occupati solo un giorno alla settimana e stanno per essere trasferiti nella nuova sede della vicina via dell’Industria. La notizia è stata data ieri pomeriggio durante la manifestazione organizzata, davanti a Palazzo Moroni, dai sindacati in occasione dell’incontro che c’è stato a Roma sulla situazione dei call center in Italia. «Al momento sono soltanto 5 le lavoratrici ad avere accettato la proposta aziendale» ha detto Alessandra Milani. «Dopo gli scioperi effettuati nel luglio del 2018, gli incontri al Mise con il ministro Luigi Di Maio e l’accordo finale per evitare i licenziamenti annunciati dalla proprietà, la situazione non è migliorata di molto. Anche nel call center di Padova il futuro occupazionale è incerto. Avevamo chiesto commesse di un certo peso, ma queste non sono mai arrivate e, quindi, ancora oggi lavoriamo con quelle di prima. Ossia per le Agenzie Zurich, le Assicurazioni Generali, Eon e Iren».

A Padova, oltre a Comdata, ci sono altri call center importanti: One, Koiné e Pmc Class. Sono sette i punti della piattaforma unitaria nazionale: tariffe, clausole sociali, delocalizzazione, ammortizzatori sociali, fondo di solidarietà per la filiera Tlc, dumping contrattuale e superamento dei livelli di gratuità del servizio. —

F. PAD.

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova