Camazzole, le cicogne tornano per l’ottavo anno: il traliccio diventa casa
Per l’ottavo anno una coppia nidifica tra i campi grazie al progetto “Nido sicuro” promosso da Lipu ed E-Distribuzione. Due nuovi piccoli già nati

In mezzo alla campagna di Camazzole a Carmignano di Brenta, un traliccio ormai dismesso è diventato rifugio e simbolo di rinascita. È lì che, per l’ottavo anno consecutivo, una coppia di cicogne bianche selvatiche ha scelto di tornare a nidificare.
Un ritorno atteso, che emoziona e coinvolge un’intera comunità, creando un legame profondo tra natura e territorio. La natura, in questo caso, ha avuto un prezioso alleato nell’uomo: grazie all’operazione “Nido sicuro”, promossa da Lipu e realizzata con il supporto dei tecnici di E-Distribuzione, il traliccio è stato messo in sicurezza, con l’isolamento dei cavi.
«Così» spiega Dino Pianezzola di Lipu, «i due esemplari possono deporre le uova e accudire i piccoli in totale tranquillità, senza alcun rischio di folgorazione».
Un gesto che ha permesso a una specie un tempo minacciata di tornare a vivere e prosperare. «È sempre un’emozione» continua Pianezzola, «ogni nuova nidificazione è una vittoria della biodiversità. Non dobbiamo mai darla per scontata: la cicogna bianca era scomparsa dall’Italia nel Settecento. Solo grazie ai progetti di reintroduzione, oggi sta tornando».
Camazzole, insieme a Cartigliano, Travettore di Rosà e Cassola, è una delle nuove tappe di questo ritorno che si fa ogni anno più concreto. E nel frattempo, nell’Alta padovana, sono già nati due piccoli, accolti con entusiasmo e curiosità. «Le cicogne sono diventate parte dell’identità di Camazzole» dichiara con entusiasmo il sindaco di Carmignano di Brenta, Eric Pasqualon, «ogni primavera la comunità attende con trepidazione il loro arrivo. C’è chi passa ogni giorno per vedere il nido, chi fotografa i piccoli, chi racconta ai bambini questa storia straordinaria».
Il primo cittadino aggiunge: «Sono un’attrazione naturalistica ma anche culturale: stiamo valutando la possibilità di realizzare un murales vicino al traliccio per raccontare questa meraviglia. Vogliamo lasciare un segno, un omaggio visibile che resti anche per le future generazioni, come testimonianza concreta di convivenza armoniosa con la fauna selvatica».
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