Camposampiero: roghi fai-da-te dei rosari da satanisti

CAMPOSAMPIERO. «Grazie, don Bruno, per averci dato queste informazioni e spiegazioni». E’ stato questo il tenore delle decine di telefonate ricevute ieri da don Bruno Bevilacqua, il parroco di San Marco che da tempo riceve e brucia le coroncine del rosario in plastica colorata con impressi simboli considerati satanici, esoterici o massonici.
«Una coppia di Este è arrivata qui in canonica ieri pomeriggio, dopo aver letto il giornale, portandomi tutte le coroncine che custodivano in casa e ringraziandomi perché non avevano mai fatto caso ai simboli riprodotti in modo non evidente sulla croce» spiegava ieri don Bruno. Un flusso continuo di telefonate e visite, di parrocchiani e non, frammiste alle domande di giornalisti di emittenti tv, siti web e carta stampata che sono giunti a San Marco per capire di quali croci si trattasse dopo che la notizia si è diffusa, grazie alla rete, in un baleno.
«Un signore di Bassano del Grappa mi ha chiamato di primo mattino, preoccupato perché si era accorto di avere in casa un bel numero di questi rosari, chiedendomi cosa dovesse fare. Gli ho consigliato di recitare una preghiera e di bruciare tutte le coroncine, come del resto da tempo faccio io qui in parrocchia». E per l’intera giornata di ieri numerose persone sono passate direttamente in canonica a consegnare le coroncine sataniche, raccolte da don Bruno e destinate a nuovi “falo’”.
«Si tratta effettivamente di coroncine molto diffuse: sono quelle che costano meno; all’esterno dei santuari mariani vengono vendute come corone del rosario originali, ma non sono altro che oggetti senza valore sacro e ingannevoli» spiega il parroco. Infatti in molti ieri, anche fra coloro che non credono nella presenza o negli influssi di satana, avranno dato una sbirciatina a una coroncina, magari custodita in fondo al cassetto da tempo.
L’avviso che campeggia sulla bacheca di fronte alla chiesa parrocchiale descrive nei dettagli gli elementi considerati satanici: il serpente nascosto dietro la figura di Gesù in croce, i quattro soli formati da un doppio cerchio rappresentante il sole degli illuminati e i pentagoni alle quattro estremità della croce. Non è immediato riconoscerli sulle piccole croci in plastica di vario colore che appartengono ai rosari tra i più comuni, ma con un controllo attento, si possono scorgere questi elementi. Facile invece trovarsele in casa, visto che da tempo circolano negli ambienti religiosi.
«A chi mi ha chiesto cosa fare, ho consigliato appunto di bruciarle. In questi mesi ne ho ricevute a centinaia da varie parti» aveva rivelato don Bruno Bevilacqua e la reazione di ieri non ha fatto che confermare questa diffusione.
«Bisogna stare attenti a chi approfitta della fede dei tanti pellegrini e dei devoti ai santuari mariani rifilando questi oggetti che non hanno alcuna valore. Molti cercano di sfruttare e ingannare facendo leva sulla fede e sulla devozione» ricorda il parroco di San Marco.
Se non sarà poi il singolo pezzo di plastica con le effigi del maligno a veicolare i messaggi satanici, il messaggio vero che don Bruno Bevilacqua vuole dare in questo caso è di «diffidare con la massima attenzione di quanti si propongono con finti oggetti sacri, con promesse varie o con previsioni tipo i maghi tanto gettonati in questi anni, perché alla fine si tratta soltanto di modi differenti per arrivare a guadagnare denaro senza nessun legame con la fede».
Anche un’apparente innocua coroncina di plastica colorata può nascondere il falso. O la tentazione del maligno.
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