Canale sotterraneo per irrigare la Bassa
Venti chilometri di condotta per attingere dall’Adige via Leb, investendo 20 milioni per sostituire l’inquinato Fratta

CASTELBALDO. Consumi controllati, invasività minima dell’opera e soprattutto acqua pulita per settemila ettari di terreni. Sono questi i pregi del nuovo progetto del Consorzio di bonifica Adige Euganeo, che con questo intervento vuole risolvere gli annosi problemi dell’inquinamento del Fratta. Come? Non certamente risanando il fiume, impresa quanto meno titanica, ma garantendo ad agricoltori e residenti una nuova condotta da cui attingere acqua pulita.
La situazione.
Il fiume Fratta, che scorre fra le province di Verona e Padova e funge da vettore di grande portate ad uso di irrigazione nel comprensorio del Consorzio, è alimentato dal canale Lessino-Euganeo-Berico (il cosiddetto Leb, che attinge dall’Adige), dal quale viene scaricata una portata di 6 metri cubi al secondo in prossimità di Cologna Veneta. Il Fratta è tuttavia notoriamente uno dei corsi d’acqua più inquinati del Veneto: per questo istituzioni e imprese agricole chiedono da sempre che il livello di inquinamento del Fratta venga risolto o che in alternativa venga individuata un’altra fonte di approvvigionamento dell’acqua per l’irrigazione.
Il progetto.
Il Consorzio ha deciso di seguire questa seconda strada, progettando una condotta sostitutiva. Il nuovo “canale” correrà lungo il corso del Fratta e, all’altezza di Cologna Veneta, attingerà l’acqua direttamente dal Leb, che a sua volta pesca dall’Adige, fiume “pulito”. La condotta si snoderà per venti chilometri (fino a Castelbaldo, passando per Cologna, Pressana, Minerbe, Montagnana, Urbana e Merlara) e attraverso settemila ettari, grazie a una tubatura sotterranea (a poco più di un metro dal livello della campagna) la cui larghezza andrà dai 2 metri ai 60 centimetri e che garantirà una portata di 2, 5 metri cubi al secondo. L’investimento totale sarà di 20 milioni di euro.
I vantaggi.
«Il primo vantaggio è ovviamente garantire a queste terre acqua non inquinata: non più quella del Fratta ma quella dell’Adige, attraverso il Leb» spiega Michele Zanato, presidente dell’Adige Euganeo «Il secondo riguarda lo sperpero di risorsa idrica: la capacità di regolare la portata d’acqua, attraverso il telecontrollo e gli umidostati, ci porterà a ridurre del 25 per cento l’utilizzo d’acqua attuale». Il cantiere sarà inoltre poco invasivo: la condotta sotterranea, anziché la realizzazione di un nuovo canale, eviterà espropri e consumo di terra.
I tempi.
Vero ago della bilancia sarà il finanziamento che dovrebbe arrivare dal Ministero dell’Ambiente, che ha già manifestato concreto interesse verso l’opera invitando a procedere con il progetto esecutivo. I temi dell’acqua “pulita” e del risparmio di risorsa idrica, di questi tempi, non lasciano indifferente il Governo, pressato anche dall’opinione pubblica che in questo territorio è già mobilitata sul fronte Pfas. Stesso discorso vale per la Regione Veneto. «In caso di aiuto economico da parte di questi due enti, potremmo aprire il cantiere già il 15 dicembre» assicura Zanato «Dall’avvio dei lavori, in due anni la nuova condotta potrebbe essere pronta».
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