Canton Ticino, polo medico targato Padova

Il team italiano prima vince con il suo progetto poi firma il contratto: investimento di 55 milioni di euro

PADOVA. Tre professionisti padovani, un’idea vincente e un progetto da realizzare a Bellinzona nel Canton Ticino. Non in Italia, come sempre più spesso succede, ma in Svizzera. Qualche mese fa hanno festeggiato la vittoria su 34 candidature internazionali nel concorso di architettura per il progetto della nuova sede di un polo medico che riunirà tre importanti Istituti di ricerca (Irb nel settore della Biomedicina, Ior nell’oncologia e Nsi nel campo delle neuroscienze). Ora hanno firmato un contratto di mandato professionale per il progetto definitivo da consegnare entro luglio in vista dell’apertura del cantiere nell’autunno 2017. Entro il 2020, conclusione dei lavori con un investimento di 60 milioni di franchi svizzeri (circa 55 milioni di euro) frutto di contributi comunali, cantonali e della Confederazione, di donazioni private e, quanto al resto, di un mutuo. Un successo per il team italiano che ha lavorato sotto la guida del maestro dell'architettura ticinese Aurelio Galfetti, padovano d’adozione e autore di lavori importanti in tutt’Europa. Un team formato dall’architetto Alex Braggion e dall’ingegnere Luciano Schiavon che, insieme a Galfetti, al Net Center in via Venezia ha avviato lo studio Lvl Architettura, dal 2006 fucina di oltre cinquantina di progetti. A Padova Galfetti ha realizzato la nuova sede della Safilo e il complesso Net Center (con Schiavon), la cui torre rossa "storta" è diventata un riferimento. Ma il gruppo conta sulla presenza di un altro studio padovano, la Steam di Mauro Strada, che ha pure siglato il contratto insieme ad altri due studi tecnici per lavorare all’impiantistica e alla pianificazione dei laboratori.

L'idea vincente del progetto? Rinunciare allo sfruttamento della massima altezza a favore di un edificio di 45 mila metri cubi destinato a ospitare 220 ricercatori, sviluppato su tre piani fuori terra e un altro sotterraneo, organizzato su due assi con una chiara distinzione fra gli istituti e un nucleo centrale come punto d’incontro, in rapporto diretto con il paesaggio. «Peccato che molti progetti qui in Italia siano stati abbandonati per la crisi che, temiamo, sia strutturale» spiegano Luciano Schiavon e Alex Braggion, «Per uscirne, pensiamo che possa essere utile prendere spunto da come fanno gli altri. In Svizzera per esempio c'è una grande serietà: sui tempi, calcolati correttamente e rispettati; sui finanziamenti, stanziati prima di indire i concorsi; sulla normativa, semplice visto che lascia poco spazio ai cavilli». «In Italia abbiamo vinto diversi concorsi» ammette Schiavon, «Quanti progetti sono stati realizzati? Nessuno. Quasi sempre si sviluppano liti fra istituzioni e poi anche al loro interno con il cambio degli amministratori. Il che genera cambi di rotta. Il polo ospedaliero di Padova ne è un esempio. E poi la crisi nell’edilizia è ancora fortissima». In Italia cervelli in fuga dal mondo della ricerca. E anche della progettazione di qualità.

Cristina Genesin

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