Capannoni vuoti e agricoltura 4.0 La fattoria verticale diventa realtà

Coltivare ortaggi in un ambiente incontaminato e abbandonato. Una sorta di sala operatoria per piante e beni agricoli e alimentari. Capannoni vuoti, in disuso e agricoltura 4. 0. Ecco il binomio del futuro per recuperare e riqualificare spazi urbani, migliorando contemporaneamente la qualità dei prodotti agricoli. Si può fare. Costa un po’, ma si può fare. Per questo ieri è stato firmato un protocollo d’intesa tra 6 realtà padovane che ci hanno messo idee e fatica, per iniziare a promuovere e poi realizzare e sviluppare un progetto di produzione sostenibile in spazi dismessi con la regia della Coldiretti.
IL PROGETTO
Si chiamano “vertical farm” e altro non sono che delle serre dov’è possibile coltivare ortaggi, fiori, frutta e prodotti con principi nutritivi che hanno effetti benefici sulla salute. Per produrne il più possibile sono sviluppate in verticale, in modo da poter arrivare oltre i sei piani di coltivazione. Per poterle realizzare serve un ambiente con condizioni climatiche controllate, grazie all’automazione delle fonti energetiche, praticamente azzerando l’uso di agrofarmaci e pesticidi. In Veneto ci sono 91.486 capannoni. Tra questi, 10.610 sono inutilizzati. In provincia di Padova c’è il 18% del “patrimonio” regionale, con 16.912 capannoni e quelli dismessi sono 1.890, il 18% del totale regionale di capannoni inutilizzati. Quale luogo migliore da utilizzare per la coltivazione 4.0? L’idea è di Enea, l’agenzia nazionale per le nuove tecnologie, energie e sviluppo economico sostenibile, che con il sostegno di Coldiretti ha trovato il supporto in due aziende che si occupano del settore, Advance e Gentilinidue, e che a loro volta hanno coinvolto la Idromeccanica Lucchini e il Parco Scientifico Galileo nel piano “Ri-Genera”. Il progetto prevede una nuova frontiera dell’agricoltura, sostenibile e innovativa, non in competizione con quella tradizionale, nelle aree industriali. L’obiettivo è quello di regalare una nuova vita a spazi dismessi, a capannoni ormai in disuso e difficilmente recuperabili.
BOX-XLAND
Enea ha realizzato in collaborazione con la Idromeccanina Lucchini un modello di vertical farm mobile, chiamato “BoxXland”, consistente in un impianto modulare tecnologico per la coltivazione in container di prodotti orticoli in verticale e fuori suolo, senza l’uso di insetticidi, in ambienti illuminati con luce a led e con un software che ne gestisce irrigazione e condizionamento dell’aria. Esistono poi anche altre forme di coltivazioni orticole intensive con sviluppo multipiano verticale. «L’obiettivo è accelerare l’industrializzazione dei processi di vertical farming in Italia, favorire il recupero e la riqualificazione di spazi dismessi e promuovere lo sviluppo di attività produttive sostenibili, di qualità e ad alto valore nutraceutico» spiegano i produttori. Per inziare serve fare promozione, qualche sopralluogo, e qualche milione di euro che loro cercheranno soprattutto attraverso gli sponsor e i bandi europei. —
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