Cappella degli Scrovegni, oltre 300 mila visitatori nel 2017

PADOVA. Più di trecentomila ingressi alla Cappella degli Scrovegni: il 2017 taglia un nuovo record ma, di pari passo con il numero di visitatori, sale anche la preoccupazione per la salvaguardia del monumento.
«L'eccessiva presenza di anidride carbonica emessa dai visitatori con la respirazione» segnala l’architetto Fernando De Simone che, da circa vent’anni, segue con passione le vicende della Cappella di Giotto «provoca danni irreversibili alle opere d'arte.
«Questo è stato dimostrato dai ricercatori del Cnr che hanno condotto uno studio all’interno della Cappella Sistina: ogni museo, a seconda dello spazio e del tipo di opere d'arte contenute, può sopportare un numero massimo di visitatori giornalieri, superato il quale le opere subiscono delle lesioni. L'anidride carbonica prodotta durante la respirazione è uno dei maggiori pericoli per le opere, perché provoca il loro inarrestabile danneggiamento. I filtri e le apparecchiature per il microclima, anche i più sofisticati, riducono ma non eliminano il problema».
La soluzione proposta da De Simone?
Copriscarpe e mascherine da indossare durante la visita: «Costano 20 centesimi» dice, «ma farebbero risparmiare migliaia di euro sulle spese di manutenzione, pulizia e restauro. In Spagna e in Francia, per visitare le sale con affreschi delicati, sono già obbligatorie».
Anche le vibrazioni, avverte De Simone, non fanno certo bene alle opere d’arte: «Sono nocive non soltanto quelle del traffico automobilistico nelle zone limitrofe, ma anche quelle prodotte dai visitatori con il calpestio. Devono essere ridotte, facendo avvicinare i visitatori al Cenacolo e agli affreschi di Giotto in fila indiana, così come fanno nell'attesa, vicino all'ingresso. Questa soluzione, però, obbliga a ridurre il numero degli ingressi giornalieri, non ad aumentarli come si è fatto finora. Bisogna prima pensare alla salvaguardia del Cenacolo e della Cappella di Giotto, e non ad aumentare gli ingressi e gli introiti. Altrimenti» conclude «si rischia di perdere quello che resta dopo l'ultimo restauro».
La preoccupazione dell’architetto non trova conferma nelle parole dell’assessore alla Cultura, Andrea Colasio: «Ringraziamo per questi suggerimenti che denotano grande amore per l’opera della cappella» risponde, «ma mi permetto di ricordare che esiste già una commissione tecnica composta da Comune, Soprintendenza e Ministero dei Beni Culturali che si occupa di monitorare costantemente lo stato della cappella.
«Recentemente ho partecipato ai lavori, e non è emerso nessun dato negativo. I visitatori vengono già sottoposti ai quindici minuti del filtro delle polveri nella cabina tecnologica: una procedura raffinata, tanto che in tutt’Italia è proposta in un solo altro sito. Non credo che la mascherina, volendo coniugare tutela e fruizione, possa rappresentare una soluzione efficace.
«Ricordo invece che quest’anno abbiamo superato i trecentomila visitatori. E che il carico antropico è stato valutato dalla commissione tecnica in assoluto equilibrio. Il numero crescente è un buon indicatore, ci dice che Padova è diventata un distretto culturale e turistico. Lavoreremo di più e meglio per promuovere l’idea di Urbs Picta, in modo che i turisti siano indirizzati anche in altri luoghi che meritano di essere visitati».
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