Carel corre negli emergenti e verso la Borsa
Fatturato in forte crescita trainato dalla Cina, ora lo sbarco diretto in Brasile

CAREL INDUSTRIES Una fase produttiva Sotto, Luigi Rossi Luciani: presidente
Il gruppo Carel di Brugine, specializzato nella componentistica elettrica e nei sistemi di regolazione per la refrigerazione e il condizionamento dell'aria, ha concluso il riassetto societario, passo che facilita l'eventuale scelta di quotazione in Borsa.
«In cinque mesi al massimo siamo pronti ad andare sul mercato, qualora se ne presentasse la necessità per concludere qualche acquisizione utile alla nostra crescita che per ora avviene attraverso l'ingresso in nuovi mercati internazionali» afferma Luigi Rossi Luciani, presidente del gruppo padovano che controlla interamente assieme ai cugini Luigi e Francesco Nalini, rispettivamente amministratore delegato e direttore generale. La riorganizzazione societaria ha portato a destinare tutte le funzioni operative, industriali e commerciali alla nuova Carel Industries Srl, controllata al 100% da Carel Spa, diventata la holding delle due famiglie e che di fatto è proprietaria solo degli immobili del gruppo. In caso di quotazione in Borsa, sarà la Industries ad andare sul mercato, con una percentuale che consentirà comunque alle due famiglie padovane di mantenere il controllo della società. «Ma per ora - insiste Rossi Luciani - non abbiamo nulla all'orizzonte in quanto non siamo indebitati e ci autofinanziamo la crescita. Noi reinvestiamo gli utili in ricerca e sviluppo, nella rete commerciale e nel rafforzamento della nostra capacità produttiva. Se dovessimo trovare un'occasione importante abbiamo tutto pronto per quotarci. La Borsa per noi è un mezzo per crescere, non un obiettivo. Sarà poi da vedere in quale piazza finanziaria converrà approdare. Le acquisizioni non sono semplici nel nostro segmento, perché entreremmo in concorrenza diretta con i nostri clienti». Nel 2010 non sono mancati risultati ed iniziative importanti per la Carel. Intanto le vendite sono andate ben oltre le previsioni, con 136 milioni di fatturato consolidato (il budget era di 118 milioni) contro i 104 del 2009, primo esercizio ad aver registrato un calo di vendite, pari al 7% rispetto al 2008, chiudendo tuttavia pur sempre con un utile operativo di 12 milioni che nel 2010 è balzato attorno a 20. Carel, dunque, è tornata a correre, per il 2011 prevede un altro 12% di crescita con un primo trimestre che sta andando meglio del previsto. I dipendenti sono saliti a 1000, erano 800 due anni fa. Ben 200 risorse sono impiegate oggi nello stabilimento produttivo in Cina, al servizio di tutto il bacino del Sud Est asiatico e parte del Sud America. «Ci stiamo attrezzando per reggere un raddoppio di produzione in Cina che già quest'anno realizzerà 40 milioni di vendite» afferma il presidente del gruppo padovano. L'export assorbe il 77% del fatturato complessivo, ed è destinato a crescere ulteriormente dopo la recentissima apertura del nuovo stabilimento produttivo in Brasile, nella zona industriale di Valinhos, vicino a San Paolo. Le altre tre unità produttive della Carel si trovano a Brugine (due) e negli Stati Uniti. La scelta di sbarcare in Brasile è maturata non solo in previsione di sviluppo dell'area sudamericana, ma anche per superare l'assimetria doganale del Brasile che penalizza con i dazi la vendita di pezzi non prodotti direttamente in loco. In ricerca e sviluppo, infine, Carel investe il 7% del turn over, da sempre al di sopra della media del settore, dedicando 140 ingegneri alla ricerca interna e alla collaborazione con le facoltà di Ingegneria e Psicologia, dove sono finanziati studi sull'intelligenza artificiale e sullo sviluppo di reti neuronali.
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