Carrier, due anni di respiro

Cassa integrazione per 24 mesi. Il ministro Sacconi: "In Italia nessuno può chiudere un'azienda e basta". A Roma l'incontro decisivo tra sindacati e amministrazione dell'azienda
DA SACCONI. L’incontro e a sinistra Castellin, Fim-Cisl provinciale
DA SACCONI. L’incontro e a sinistra Castellin, Fim-Cisl provinciale
TORREGLIA.
Un'ora di colloquio ieri pomeriggio alle 16, nell'ufficio romano del ministro Maurizio Sacconi. Un altro passo avanti verso la soluzione della vertenza Carrier. «Le regole del Sistema Italia prevedono che nessuna azienda possa andarsene dal nostro Paese senza prevedere strumenti alternativi al licenziamento» ha sottolineato il ministro, confermando l'impegno del governo a sostenere la cassa integrazione per 24 mesi.


Erano presenti all'incontro i sindacalisti della Fiom-Cgil Giovanni Acco e della Fim-Cisl Gianni Castellan, le Rsu aziendali, la funzionaria dell'ufficio regionale del lavoro Paola Fusetti. Per la multinazionale americana sedevano al tavolo del ministro il responsabile delle risorse umane Renato Carricato, l'amministratore Antonio Barbiero e la responsabile commerciale Ilaria Boffa.


«Il ministro Sacconi ha indicato come seconda regola la responsabilità sociale che la Carrier deve avere - dice Gianni Castellan - Si tratta dell'impegno di passare attraverso il processo di ricollocamento dei dipendenti che si ritrovano senza lavoro a causa delle decisioni dell'azienda. Sono rimasto positivamente colpito dal fatto che i vertici della Carrier abbiano confermato la disponibilità a sostenere la richiesta dei 24 mesi di cassa integrazione, intervenendo economicamente a favore dei dipendenti. Inoltre, per la prima volta, hanno anche dichiarato pubblicamente la loro volontà di cedere l'attività ad eventuali investitori che si facciano avanti. Il direttore del ministero Giuseppe Mastropietro ci ha confermato la volontà di seguire direttamente le prossime fasi della trattativa, che dovranno concludersi con la firma dell'accordo proprio a Roma».

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