Case popolari, ad aprile il nuovo bando Sale l’affitto minimo e c’è la stretta Isee

Almeno 80 alloggi da riassegnare sui 5.300 di proprietà di Comune e Ater in gara. Ad aprile sarà pubblicato il nuovo bando per destinare case popolari, ma sarà anche il momento in cui altri nuclei rischieranno di perdere il diritto a un tetto, magari a favore di chi arriva dai comuni vicini. Chi oggi vive in un appartamento “pubblico” e ha un Isee 2018 superiore ai 20 mila euro, automaticamente perderà il beneficio della casa. Lunedì il consiglio comunale ha recepito la legge regionale che prevede la priorità per i residenti in Veneto e la possibilità di partecipare ai bandi anche da fuori provincia, decidendo invece di riservare agli anziani gli 8 punti a propria disposizione per indirizzare le graduatorie. Quest’anno quindi le domande potrebbero anche raddoppiare e passare dalle 1.400 circa dell’ultimo bando (2016) a tremila.
IL BANDO
Sarà pubblicato il mese prossimo e saranno messi in gara tutti gli appartamenti a disposizione di Comune e Ater. Sono circa 5.300, di cui 1.660 di proprietà comunale e i restanti 3.640 dell’azienda residenziale. Quasi tutti verranno riassegnati agli attuali residenti che dimostreranno di averne ancora diritto, ma circa un’ottantina saranno invece ridistribuiti. Resta da capire quanti alloggi verranno scelti tra quelli attualmente vuoti, che sono circa 650 (150 del Comune e 500 dell’Ater), e quanti tra quelli che dovranno essere abbandonati da chi ha perso il privilegio. Sarà qui che dovranno incastrarsi le emergenze delle case da ristrutturare, quelle delle centinaia di famiglie in attesa e le storie di chi negli anni ha messo da parte qualcosa e ora dovrà cercarsi un nuovo alloggio. A meno che non decida di accedere al piano vendita (altro tasto dolente).
LE GRADUATORIE
Liberare case da ristrutturare, spostare famiglie, avviare i cantieri, assegnare gli alloggi: tutto questo richiede meccanismi precisi, un coordinamento e una sinergia rodata con l’Ater. Sinergia che non c’è e che la nuova legge regionale rischia di peggiorare. L’ultimo bando prevedeva un’unica graduatoria tra case Ater e del Comune, ma spettava poi ai servizi di Palazzo Moroni l’assegnazione. Quest’anno questo non accadrà più, perché ognuno baderà alle proprie, col rischio di segnare però due strade completamente diverse. Se da una parte i servizi sociali hanno attivato percorsi e i propri assistenti, conoscendo gran parte delle situazioni familiari che poi s’incrociano nelle graduatorie, in Ater questo non esiste e l’aspetto umano rischia di lasciar spazio solo a quello cinico dei numeri. In più il numero di domande che dovranno essere gestite secondo le previsioni aumenterà, perché da Venezia hanno deciso di permettere la partecipazione al bando anche da altri comuni. Quindi arriveranno richieste da Albignasego, da Monselice o Cadoneghe (ma anche da altri capoluoghi), e alla fine potrebbero essere 2.500 o addirittura 3 mila.
IL CANONE
Da Palazzo Balbi è arrivata anche la decisione di stabilire un canone minimo di 40 euro, mentre oggi ci sono anche famiglie che pagano appena 7 o 8 euro. Chi non potrà permettersi di pagare avrà il sostegno economico del Comune.
PRIMA I VENETI
L’amministrazione ha deciso di assegnare agli anziani i soli 8 punti che spettano al Comune per configurare la graduatoria. I residenti a Padova avranno invece diritto a 6 punti, che potranno diventare 8 nel caso in cui si sia arrivati già alla terza domanda oppure si stia beneficiando già di assistenza sociale e sanitaria. Punti che andranno sommati a quelli regionali, più decisivi, che prevedono come requisito per l’ammissione in graduatoria la residenza in Veneto. —
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