Caso direttore Ater indagine della Regione «Andremo a fondo»

Lanzarin: verifiche sui titoli, ma questi enti sono autonomi Cgil: «La Corte dei conti sollevò l’assoluta discrezionalità»
MARIAN - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - PROTESTA ATER
MARIAN - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - PROTESTA ATER

«La Regione è pronta ad andare a fondo del caso relativo ai titoli del direttore dell’Ater di Padova». È la stessa Manuela Lanzarin, assessore regionale con delega all’Edilizia residenziale pubblica, a garantire piena luce sul caso della laurea alla Adam Smith University del direttore di Ater Padova Marco Bellinello.

«Siamo pronti a mettere in piedi un’istruttoria e a fare tutte le verifiche necessarie» aggiunge Lanzarin «come in tutti i casi in cui ci troviamo di fronte a un interrogazione proveniente da un consigliere regionale (in questo caso presentata da Piero Ruzzante, ndr). La vicenda merita un approfondimento, ma le Ater hanno una specifica autonomia in questo campo».

Ruzzante ha chiesto lumi sui titoli che hanno garantito a Bellinello dapprima la nomina a dirigente e poi quella, nel novembre scorso, a direttore Ater. Tema sul quale interviene anche Daniele Giordano, segretario generale della Funzione Pubblica Cgil del Veneto. Il sindacalista fa notare come anche a fronte di una eventuale legittimità secondo le norme regionali, l’assunzione di un non laureato per una carica dirigenziale in un ente pubblico economico come Ater rischia di essere messa in discussione dalla norma generale. La legislazione nazionale prevede, infatti, il requisito della laurea come condizione per l’ottenimento di una carica dirigenziale nelle pubbliche amministrazioni. «Di fatto siamo di fronte a un problema gigantesco di opportunità politica per la Regione» spiega Giordano. «Già nel 2016 è stato il procuratore generale della Corte dei Conti per il Veneto Carmine Scarano a sollevare la questione in occasione dell’inaugurazione dell’Anno Giudiziario. Scarano non usa mezzi termini sostenendo che il sistema normativo della Regione Veneto relativo al personale, che in effetti ammette la possibilità dell’accesso ad un ruolo dirigenziale senza laurea per gli enti strumentali, porta ad una pressoché assoluta discrezionalità nell’attribuzione del ruolo. Scarano cita alcuni casi, di cui uno relativo all’Ater di Padova (senza indicare nomi) e conclude sostenendo che questi fenomeni appaiono come una distorsione del sistema che ne potrebbe portare un’altra: può accadere infatti che un tale meccanismo diventi il mezzo per eludere proprio quelle regole, selettive e qualificanti, previste per la generalità del pubblico impiego. In Veneto pretendiamo di essere un modello di trasparenza e merito mentre scopriamo che ci sono delle gravissime storture nel sistema. Credo si debba intervenire immediatamente e non solo sulla questione titoli di studio ma anche su quella relativa alle modalità di reclutamento delle figure apicali». —

Riccardo Sandre

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