Caso Isabella, dissequestrati auto e coltelli del terzetto sotto accusa
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CAMPONOGARA. Delitto di Isabella Noventa, la Procura di Padova ha disposto il dissequestro delle quattro vetture di Freddy e Debora Sorgato e di Manuela Cacco. Tutti e tre coinvolti nell'omicidio della segretaria padovana.Insieme alle auto, erano stati posti sotto sequestro per poter compiere "accertamenti non ripetibili" anche altri oggetti .
«Ieri mattina» spiega l'avvocato Alessandro Menegazzo, difensore di Manuela Cacco «il figlio di Manuela ha avuto la notizia del dissequestro dell’auto in uso alla mamma che era di sua proprietà. Ora è già a sua disposizione». Anche le due vetture di Freddy, fa capire l'avvocato Massimo Malipiero, dovrebbero essere state dissequestrate con una comunicazione direttamente alle parti interessate. Ma quali oggetti erano stati posti sotto sequestro per trovare tracce biologiche o di sangue? Fra quelli di proprietà di Debora Sorgato ci sono: un coltello a serramanico di Marca "Real Pattada" con un manico in osso, un coltello di marca "Rostffrei "con manico di plastica marrone.
Sempre di Debora Sorgato sono stati analizzati anche un coltello serramanico Stainless Steel 440 con impugnatura traforata nera, un sacco di plastica con all'interno un sacchetto trasparente con carta per pulizia di tipo professionale e due scontrini fiscali. Sono stati fatti poi specifici accertamenti sulla Polo Volkswagen di proprietà del figlio di Manuela Cacco ma in uso alla madre.
Di Freddy Sorgato invece è stata controllata una Fiat Punto bianca e una Audi A6. E poi: un coltello a scatto nero con una lama da 12 centimetri, un sacchetto di plastica contenente un tirapugni in acciaio, trovato all'interno dell'Audi A6 di Freddy, uno storditore elettrico di marca Jinan trovato in una scatola di cartone rosso, e un attrezzo per arti marziali di tipo Nunchaku con manici in legno e catena in metallo. Tutti oggetti di Freddy Sorgato sequestrati all'interno della sua casa al civico 11 di via Sabbioni a Noventa Padovana.
«Tutte le vetture» spiega l'avvocato Menegazzo «sono state dissequestrate e con ogni probabilità anche gli altri oggetti torneranno in possesso ai legittimi proprietari che però se sono in carcere non potranno disporne l'uso».
L'avvocato di Manuela Cacco, la tabaccaia di Camponogara, è convinto che questi accertamenti possano chiarire definitivamente la posizione della sua assistita che in questo momento si trova in carcere alla Giudecca a Venezia. «Se gli accertamenti ci daranno ragione» spiega «e non verrà trovato alcun collegamento con la complicità di Manuela nel delitto, si rafforza la posizione della mia assistita che ha sempre ribadito che Debora le aveva raccontato che il corpo di Isabella dopo la morte, era stato gettato nel fiume Brenta». La richiesta di scarcerazione per la tabaccaia di Camponogara arriverà però, assicura l'avvocato, quando saranno chiuse le indagini
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