Cassa integrazione per 19 dipendenti
DUE CARRARE. Il primo dicembre il Tribunale Civile di Bologna ha dichiarato il fallimento del Pastificio Bolognese srl, sia della sede centrale di Villanova di Castenaso (Bo), chiuso da mesi e dove...

DUE CARRARE. Il primo dicembre il Tribunale Civile di Bologna ha dichiarato il fallimento del Pastificio Bolognese srl, sia della sede centrale di Villanova di Castenaso (Bo), chiuso da mesi e dove lavoravano 38 dipendenti e sia della sede distaccata di Due Carrare, in via Piemonte, dove erano occupati 19 lavoratori. L’adunanza dei creditori dovrà essere convocata entro trenta giorni, mentre lo stato passivo si terrà il 21 febbraio 2018. L’istanza di fallimento era stata presentata da Giovanni Lanzarini, titolare del salumificio omonimo, con stabilimento a Bassano. Nello stesso tempo, però, è arrivata la notizia tanto attesa dai 19 lavoratori del pastificio di Due Carrare, senza stipendio da quattro mesi. Il Ministero delle Politiche Sociale e del Lavoro ha dato l’ok definitivo alla richiesta di cassa integrazione per un anno, con effetto retroattivo dal 4 settembre (leggi 900-950 euro al mese fino a settembre 2018). La cassa integrazione sarà erogata anche ai 38 colleghi della sede centrale del Pastificio Bolognese, gestito dalla famiglia Bertagni. «La concessione definitiva della cassa integrazione costituisce un passo in avanti anche per quanto riguarda un eventuale passaggio di proprietà», sottolinea Andrea Padoan, sindacalista della Fai-Cisl che segue la vertenza. «Speriamo che già nelle prossime settimane si faccia avanti un nuovo imprenditore del settore anche perché il mercato della pasta fresca è solido, sia in Italia che all’estero e le maestranze conservano un’elevata professionalità». E non è tutto. Dopo la dichiarazione di fallimento si è fatto vivo anche Enzo Ancilotto, l’ex titolare, con la società Genico srl. «Il Tribunale di Padova, visto che i Bertagni non mi avevano pagato numerose rate per la compravendita del capannone, me lo ha restituito», spiega. «A questo punto non escludo, nei prossimi mesi, di riaprire l’azienda di via Piemonte (ex Genico, ndr), cercando anche di riassumere i lavoratori in cassa integrazione».
Felice Paduano
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