Cassa integrazione per 300 dipendenti alla Fischer Italia

Cassa integrazione per 300 dipendenti della Fischer Italia: la notizia è piombata come un fulmine a ciel sereno e ha compromesso i già difficili rapporti sindacali, in particolare con la Cgil che...

Cassa integrazione per 300 dipendenti della Fischer Italia: la notizia è piombata come un fulmine a ciel sereno e ha compromesso i già difficili rapporti sindacali, in particolare con la Cgil che promette battaglia. L’altro giorno l’azienda leader in sistemi di fissaggio e tasselli ha definito nella sede di Confindustria l’accordo per tredici settimane di cassa integrazione ordinaria che coinvolgerà 300 lavoratori della sede padovana e dello stabilimento di Lozzo Atestino. Una misura dettata da un calo degli ordini e del lavoro, oltre a problemi di liquidità, visto che l’azienda ha dichiarato di non essere in grado in questa fase di anticipare il pagamento delle ore di cassa integrazione. Quindi c’è il rischio che i dipendenti si trovino liquidati nella prossima busta paga solamente i giorni effettivamente lavorati, in attesa che l’Inps eroghi i fondi per la cassa integrazione. «Di solito l’azienda anticipa queste somme» spiega Marco Galtarossa, segretario della Filctem Cgil «ma la Fischer intende muoversi diversamente, dimostrando scarsa sensibilità e attenzione». Galtarossa ricorda che il 27 marzo i vertici della Fischer avevano incontrato i sindacati per discutere su flessibilità oraria e job rotation. Il giorno dopo invece hanno avviato la procedura per la cassa integrazione. «Durante l’incontro» aggiunge «avevamo chiesto di avere i dati dell’ultimo trimestre. Ma su questi aspetti, così come sulla programmazione oraria e sulla durata della flessibilità, l’azienda ha dato risposte poco chiare e non esaustive. L’intenzione, infatti, è quella di applicare una flessibilità a tutti i lavoratori senza programmazione, con un preavviso di appena 48 ore, per un periodo illimitato. Come fa un dipendente a coniugare gli impegni di lavoro con la propria vita privata in queste condizioni? Ci eravamo resi disponibili a trovare una soluzione concordata dando la disponibilità a trovarci già questa settimana. Invece, come è successo lo scorso autunno con il licenziamento di quattro lavoratori senza preavviso, l’azienda non intende trovare soluzioni condivise con le rappresentanze sindacali. Ci chiediamo come sia possibile chiedere la cassa integrazione mentre si sta discutendo della flessibilità e di una diversa organizzazione. Siamo di fronte ad un atteggiamento punitivo ed ingiustificato».

Nicola Stievano

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