Ospedale di Padova, allargato il Pronto soccorso: «Un filtro per abbattere i ricoveri inutili»
Taglio del nastro in Azienda Ospedale Università dopo un investimento di 4,3 milioni dalla Regione con i fondi dell’emergenza Covid. Una nuova area da 400 metri quadri e 10 posti letto per l’Osservazione breve intensiva: il 10% degli accessi passa da lì

Quattrocento metri quadrati di area completamente rinnovata per accogliere, dotate delle più avanzate strumentazioni, dieci postazioni letto, di cui tre isolate.
La nuova area Osservazione breve intensiva (Obi), inaugurata mercoledì 7 maggio tra il Monoblocco e il Policlinico, negli ex laboratori di biologia molecolare dell’Azienda Ospedale Università di Padova, non è soltanto il frutto dei cantieri avviati a novembre 2023 e finanziati nel 2020 con 4,3 milioni di euro (messi a disposizione con deliberazione della Giunta regionale del Veneto, dal commissario straordinario per l’emergenza Covid).
L’Obi, o meglio quello che accade al suo interno, abbatte ospedalizzazioni inutili.

Filtro al Pronto Soccorso
Come unità funzionale del Pronto Soccorso centrale, gestisce i pazienti non immediatamente destinati a dimissione o ricovero, ossia le emergenze urgenze di chi accusa problemi clinici acuti da leggere e interpretare in minimo 4 e massimo 48 ore di permanenza in loco.
«Ottimizzazione del filtro» la chiama Vito Cianci, direttore dell’Unità operativa complessa del Pronto Soccorso centrale (una macchina da quasi centomila accessi registrati solo nel 2024 e sorretta da 30 medici, 64 infermieri e 18 operatori sociosanitari, ndr).
Numeri alla mano, è lampante l’importanza dell’Obi come sezione di mezzo in grado di mitigare il rischio pressione al Pronto Soccorso.
A Padova, gli ingressi nel Pronto Soccorso dell’Azienda Ospedale Università sono cresciuti negli ultimi sei anni, passando da 91.861 nel 2019 a 99.433 nel 2024.
«Di questi quasi centomila pazienti, il 10% è transitato per l’Obi, cioè oltre diecimila persone solo l’anno scorso, l’84,4% delle quali dimessa senza essere ospedalizzata» fa notare il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, ospite d’onore al taglio del nastro della nuova area in via Giustiniani. «L’Obi è un grande filtro, di altissima professionalità e qualità, uno spazio unico nel suo genere» ha evidenziato ancora, ricordando anche la nuova Pediatria, in dirittura d’arrivo – «con i suoi 155 posti letto, 8 piani e 6 sale operatorie, un segno di civiltà» –, e aggiornando lo stato dell’arte del Polo di Padova Est: «A giugno il direttore generale dell’Azienda Ospedale, Giuseppe Dal Ben, ci consegnerà il progetto definitivo, e noi avvieremo il finanziamento secondo il programma previsto».
Un salto di qualità
Ma in che termini l’area Obi di Padova, che già esisteva, viene potenziata? «Intanto, in caso di eventuale nuova fase pandemica, l’area potrà essere isolata e trasformata in degenza intensiva», commenta Dal Ben. Migliora globalmente la qualità dei servizi erogati alla persona, oltre alla capienza.
Cianci sintetizza l’operazione in «dinamismo, velocizzazione dei percorsi, e rapida presa in carico, nell’ottica di migliorare la sicurezza gestionale dei pazienti».
Nell’ala ad alto ricambio di utenti, i letti sono appena stati tolti dal cellophane e sono avvolti da una copertura color borgogna. «Prevedo arriveranno numerosi pazienti con quadri clinici acuti, che non hanno una strada immediatamente definita e che potranno essere diretti, alla fine del percorso, verso la dimissione, il ricovero, a indagini più approfondite, alla stabilizzazione in caso di quadri ancora in evoluzione», precisa ulteriormente il direttore Cianci.
Dobbiamo immaginarci alla porta d’ingresso chi accusa difficoltà respiratorie, non così gravi da ricovero urgente, ma a cui dare una spiegazione. Chi soffre di dolore toracico o addominale, senza che il sintomo manifesti subito e completamente la sua reale problematica.
«Ciò non significa abbattere il numero di ricoveri mandando a casa chi a casa non ci deve andare», sottolinea Cianci, «ma cercare di indirizzare verso il ricovero persone che non possono usufruire di una gestione diversa, mediata attraverso il Pronto Soccorso e la medicina del territorio».
Il tipo di assistenza è ad alta intensità, cioè medico e infermieristica avanzata. Prevede l’esecuzione di accertamenti diagnostici, continuo monitoraggio clinico per arrivare a definire una strategia terapeutica e individuare il trattamento assistenziale più idoneo in massimo due giorni.
Le reazioni
Dopo l’introduzione del dg, sono intervenuti con entusiasmo alla cerimonia di apertura anche Paolo Simioni, direttore della Uoc di Medicina dei Sistemi e Angelo Paolo Dei Tos, in qualità di presidente della Scuola di Medicina e Chirurgia dell’Università di Padova.
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