Castello, lavori assegnati ma cantiere dopo l’estate

Finisce ufficialmente il giallo della gara relativa alla ristrutturazione dell’ala sud del Castello Carrarese. Sarà la vicentina Edilrestauri di Brendola, in cordata con la Maroso Costruzioni di Marostica e la Techne Spa di Bergamo a restaurare la parte dell’ex carcere cittadino, destinata a ospitare la collezione di design donata a Padova dall’ex segretario della Cgia di Mestre, Giuseppe Bortolussi (scomparso a luglio 2015) e i papiri d’autore della mostra «Patavina Libertas». Le ditte, che avevano fatto una proposta al ribasso di 4 milioni di euro (al ribasso del 16, 3%), subentrano quindi alle campane Taletti Costruzioni, Impiantistica Generale e Lanzano, vincitrici della gara ma poi escluse dalla commissione giudicatrice per incongruità tra offerta tecnica e offerta economica. Ieri è arrivata l’ufficialità, sottoscritta nero su bianco da una determina firmata dal responsabile del servizio Edilizia di Palazzo Moroni, Stefano Benvegnù.
IL CANTIERE
I lavori dureranno quasi due anni e presumibilmente inizieranno dopo l’estate, per permettere di svolgere gli eventi estivi al Castello anche nel 2020. Quindi, probabilmente, il progetto dell’assessore alla Cultura Andrea Colasio si realizzerà entro la fine del suo mandato. I ritardi dovuti all’aggiudicazione dei lavori di restauro, pagati con i 3, 6 milioni di euro provenienti dal Bando Periferie più 1, 5 milioni da Fondazione Cariparo e il mezzo milione preso dai fondi comunali, coincidono con quelli per il passaggio del Castello dal Demanio al Comune.
PASSAGGIO
Ad oggi non è ancora stato formalmente comunicato agli uffici di Palazzo Moroni, ma la data dell’11 marzo, già segnata in rosso nel calendario di Colasio, per la firma del segretariato regionale del Ministero a sancire la conclusione dell’iter per il passaggio del Castello dal Demanio al Comune, sarà sicuramente posticipata. I provvedimenti precauzionali presi dal governo a causa del Coronavirus non prevedono infatti assemblee ufficiali, tra le quali rientrerebbe quella prevista a Venezia mercoledì prossimo. Il percorso burocratico di “federalismo demaniale” subirà quindi un ulteriore stop, prima di arrivare alla firma del direttore generale dell’ente statale, Antonio Agostini. Il Demanio, tra l’altro, pretende rassicurazioni ben precise sul futuro dell’edificio: «Stiamo preparando un piano da più di 200mila visitatori per i primi 3 anni» garantisce l’assessore alla cultura, Andrea Colasio, che punta a inserire il Castello tra i beni finanziabili con Art Bonus. In questo modo anche il contributo della Fondazione potrebbe beneficiare delle agevolazioni fiscali previste per i mecenati.
IL FUTURO
A parte i ritardi, l’obiettivo è quello di restituire alla città il suo Castello, e trasformarlo finalmente in un contenitore culturale. «Ci stiamo muovendo da tempo sul versante della progettazione del futuro allestimento, a partire dalla collezione Bortolussi» evidenzia Colasio «e poi partiremo all’assalto di altri finanziamenti per il lato nord, serviranno altri 6 o 7 milioni, dove da poco abbiamo scoperto nuovi affreschi dell’epoca carrarese». —
Luca Preziusi
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova