Causa genetica all’origine della malattia delle gemelle

MONSELICE. È fortissima l’emozione destata dalla morte della piccola Giulia Belluco, dieci anni compiuti a metà luglio, portata via mercoledì sera da una malattia del sangue assai simile a quella che sei anni fa aveva strappato alla vita la sorellina gemella Greta. Innumerevoli le testimonianze di affetto, di sostegno e di ammirazione per i genitori Tania e Stefano, colpiti in maniera così crudele dopo aver vissuto anni di estenuante battaglia contro la malattia. Martedì pomeriggio alle 15,30, nella chiesa del Redentore, sarà dato l’ultimo saluto alla ragazzina.
Malattia rarissima. È una malattia rarissima quella che ha colpito le due gemelline Greta e Giulia e che le ha sottratte all’amore dei genitori, sei anni fa la prima volta e appena quattro giorni fa la seconda. Giulia Belluco è stata colpita dalla Mielodisplasia Areb T., una malattia che colpisce il midollo osseo, che non riesce a produrre abbastanza globuli rossi, globuli bianchi o piastrine, e che nella sua forma maligna si evolve in leucemia. A spiegare questa malattia, così rara che è persino difficile rifarsi a una letteratura scientifica certa, è Giorgio Perilongo, direttore del Dipartimento di Salute della Donna e del Bambino dell’Azienda ospedaliera di Padova. «Le cellule del sangue sono prodotte dal midollo che si trova all’interno delle ossa. Se c’è una Mielodisplasia è come se la fabbrica fosse andata in tilt. Si verifica un’alterazione della produzione delle cellule nel sangue che può essere tale da risultare incompatibile alla vita».
possibile fattore genetico. Il fatto che le due gemelline abbiano entrambe contratto questo tipo di malattia fa pensare che alla base ci sia un fattore genetico. «Il fatto che la malattia si verifichi in due gemelli fa sospettare che ci sia una forte componente genetica ereditaria alla fonte dell’alterazione», ha spiegato il professor Perilongo «Nel caso i due gemelli siano monovulari, e abbiano dunque lo stesso patrimonio genetico, è probabile che la malattia si manifesti in tutti e due, mentre se non sono monovulari potrebbe ammalarsi solo uno dei due e l’altro essere perfettamente sano». Per questa patologia infatti si crede esista una predisposizione genetica, ereditaria o acquisita, anche se le cause della patologia, che è appunto molto rara, non sono note nella maggior parte dei casi.
La causa è sconosciuta. «Non mi risulta che abbiamo un gene responsabile di questa malattia», dice il professor Perilongo. Per quanto riguarda poi la classificazione della Mielodisplasia, il tipo Areb T appartiene a un livello già piuttosto avanzato. «Areb T è un acronimo che sta per Anemia Refrattaria con Eccesso di Blasti in Trasformazione, dove i blasti sono le cellule prodotte dal midollo osseo che rimangono a uno stadio immaturo e riportano alterazioni patologiche» spiega il direttore del Dipartimento di Salute della Donna e del Bambino dell’Azienda Ospedaliera di Padova «Elemento comune nelle persone malate è una riduzione della produzione di globuli rossi. Il paziente è anemico. Spesso nel bambino come nell’adulto queste Mielodisplasie sono destinate a trasformarsi in leucemia mieloide. Nel caso di queste bambine c’erano già degli elementi maligni in trasformazione».
Alice Ferretti .
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