"Ce lo invidia tutta Italia ma servivano altre linee"

PADOVA. Dieci anni fa la prima corsa sul tratto Guizza sud - Stazione, poi allungato sino a Pontevigodarzere - in tutto 10.5 km di rotaia - a bordo del tram, guidato dalla mitica Orietta, dipendente dell’Aps Holding, il cui presidente era Lorenzo Sabbion.
Ma chi conosce più di tutti la storia della “rivoluzione” nel trasporto pubblico locale con l’arrivo del metrobus (come si chiamava allora), capace di trasportare sino a 220 persone (il bus doppio solo 130), è Antonio, detto Toni, Conte, direttore generale di Aps Holding per tutto il periodo in cui, a cura del Consorzio Mantegna (Lohr, Sicea e Rizzani - De Eccher), durarono i lavori per il Sir 1. Ossia dal 2003 al 2007.
Ingegner Conte, cosa ha rappresentato e cosa rappresenta l’introduzione del tram a monorotaia per la viabilità cittadina e per la mobilità delle persone?
«Bisogna premettere che il primo progetto iniziale, con la legge 211, risale al 1992, quando a Palazzo Moroni c’erano ancora il sindaco Paolo Giaretta e l’assessore ai trasporti Mario Liccardo e che nel 1996 Zanonato aveva chiesto a Roma i finanziamenti per un tram tradizionale, che però venne modificato nel 1999 dal nuovo sindaco Destro. Io posso dire solo bene del tram, costato, complessivamente 115 milioni, compreso il deposito della Guizza. Sia per motivi ecologici che sociali ed economici ancora oggi resta il vettore più conveniente per trasportare le persone in una città come la nostra. In pratica non ne possiamo fare più a meno. Peccato che, per volontà dei nuovi amministratori, il tram non sia andato più a regime. Ossia non sono state ancora realizzate le altre due linee programmate. Una sull’asse est-ovest e l'altra dalla stazione a Voltabarozzo».
A tale proposito come giudica, anche in termini politici e non solo tecnici, la decisione presa dalla giunta Bitonci di non accettare più i finanziamenti statali residui, che avrebbero consentito di realizzare un’altra linea?
«È stata una scelta sbagliata. Anzi sbagliatissima. Il tram sta riscuotendo un alto gradimento da parte dei cittadini sulla linea attuale Guizza - centro - stazione - Arcella - Pontevigodarzere. Una corsa quasi sempre piena e che passa ogni 6-7 minuti. Un record che ci invidia tutta l’Italia. I bus, invece, continuano a passare ogni 15-20 minuti e non sono quasi mai pieni. Avere tre linee, come era da programma, avrebbe significato avere meno smog sia in centro che nei quartieri e tanti cittadini avrebbero lasciato l’auto di più in garage».
Ma tanti dicono che sarebbe inutile scommettere ancora sul tram anche perché l’Alstom, che poi è la nuova azienda superqualificata che ha acquisito l’ex Lohr di Duppigheim-Strasburgo, avrebbe gia deciso di non non mettere più in produzione il tram che circola con lo stesso sistema utilizzato a Padova.
«Questo è vero, ma è scontato che l’Alstom, dopo aver prodotto i tram che oggi circolano a Mestre, Clermont Ferrand, in tre linee della periferia di Parigi, in una citta della Cina ed a Medellin, in Colombia, accetterà le richieste che potrebbero arrivare da vecchi e nuovi clienti. Anche se poi, ad onore del vero, bisogna dire che anche l’Alstom punta di più sulla produzione di un nuovo tipo di bus elettrico, a batteria, a emissioni zero, che è stato chiamato Aptis, che sta ottenendo in tutta Europa già un grande consenso».
Felice Paduano
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