Centoquindici candidati per 52 Comuni: in provincia di Padova la corsa dei sindaci sostenuta da 145 liste

Sono quattro le realtà che rischiano il ballottaggio. Il centrodestra si presenta spaccato, partiti assenti nei piccoli paesi
Nicola Cesaro
Elezioni comunali in provincia di Belluno: quasi centomila elettori alle urne
Elezioni comunali in provincia di Belluno: quasi centomila elettori alle urne

Termini scaduti, liste e candidature depositate. La prima lettura? Il calo degli aspiranti sindaci si sente eccome, il centrodestra conferma una forte spaccatura soprattutto nei grandi centri, i partiti quasi spariscono dai piccoli Comuni. E la fascia tricolore, anche nel 2024, resta un affare molto maschile. Si voterà l’8 e il 9 giugno.

IL QUADRO

Il calo degli aspiranti sindaci si sente, e non poco, ma fortunatamente ognuno dei 52 Comuni padovani al voto si assicura almeno un candidato alla poltrona di primo cittadino. Fatto certamente non scontato, se si pensa che oggi in lizza ci sono 115 volti contro i 144 di cinque anni fa (a onor di cronaca, erano 55 le municipalità al voto, tre in più, ma un Comune – Santa Caterina d’Este – si è fuso). Non solo, sono comunque 8 i paesi che avranno una sola lista nella scheda per il voto: aumenta la schiera di Comuni patavini mono-lista, “condannati” a un mandato di governo senza opposizione e costretti, già in prima battuta, a dover scongiurare il mancato quorum, che persino le leggi hanno abbassato per evitare un boom di commissariamenti (era al 50 per cento più uno, è sceso di dieci punti percentuali).

Dei 52 Comuni, quattro potrebbero prevedere il ballottaggio qualora un candidato non guadagnasse la maggioranza assoluta dei voti: sono Selvazzano Dentro, Monselice, Rubano e Cadoneghe. Al voto è chiamato un terzo della popolazione padovana, in rappresentanza del 34 per cento dei residenti, circa 300 mila abitanti.

I NUMERI

Centoquindici candidati sindaci in 52 Comuni, poco più di due per ogni realtà amministrativa che andrà alle urne. Sono sostenuti da 145 liste totali, che schierano in tutta la provincia un esercito di 1.851 candidati consiglieri. In alcuni Comuni – lo hanno ammesso gli stessi coordinatori di lista – si è davvero fatto fatica a chiudere le candidature entro le 12 di ieri, termine fissato dalla legge, segno che la cosa pubblica è sempre meno appetibile per il cittadino comune.

I GENERI

Dei 115 aspiranti sindaci, la stragrande maggioranza ha tinte azzurre: sono 89 gli uomini che tentano la corsa, 26 le donne, meno del 23 per cento. Spiccano solo Rubano, dove il numero di candidate (Buson e Dall’Aglio) supera quello dei maschi nella scheda (il solo Sposato) così come a Pontelongo, ma anche Curtarolo, Trebaseleghe, Villa del Conte, Massanzago, Sant’Elena (negli ultimi tre c’è una sola lista), dove la corsa è esclusivamente al femminile.

CENTRODESTRA SPACCATO

Centrodestra spaccatissimo in due dei quattro Comuni con più di 15 mila abitanti: a Selvazzano e Monselice la Lega si contrappone al blocco Fratelli d’Italia-Forza Italia. È riuscito a compattare invece l’intera parte a destra dello scacchiere politico Sposato a Rubano, mentre a Cadoneghe FdI-FI sostengono Schiesaro ma FI non è tra i simboli che gli elettori troveranno nella scheda. Sia a Cadoneghe che a Monselice, dall’altro fronte, il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle convergono sulla stessa candidatura, rispettivamente Venturato e Scanferla. LA POLITICA Fatta eccezione per i quattro grandi Comuni, la corsa elettorale si risolve tra realtà civiche. Rarissimi, infatti, sono i simboli dei partiti: fanno eccezione in maniera evidente i Fratelli d’Italia a Saccolongo (per Gastaldello), Lega e FdI a Fontaniva (Rodeghiero), Forza Nuova a Bagnoli di Sopra (Leardini), Rifondazione Comunista ad Anguillara Veneta (Magnarello).

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