Centri estetici a luci rosse: «Le cinesi? Fanno un altro lavoro...»

Le massaggiatrici padovane si ribellano dopo il blitz  della polizia: «Abbiamo studiato per accedere alla professione, non ci stiamo a questo gioco»
BARSOTTI - INTERVISTE CENTRI ESTETICA - LA STANZA DEI MASSAGGI DI BACIATI DAL SOLE
BARSOTTI - INTERVISTE CENTRI ESTETICA - LA STANZA DEI MASSAGGI DI BACIATI DAL SOLE

PADOVA. Niente sesso siamo…italiani. Il giorno dopo lo scandalo del centro massaggi cinese «Violetta», messo sotto sequestro dalla polizia per i rapporti sessuali che si sarebbero consumati al suo interno, i titolari dei “wellness center” di Padova e provincia scuotono la testa. Non tanto per la concorrenza sleale, quanto per la squalifica di una professione che nell’ultimo decennio ha conosciuto un vero e proprio boom.

«Io ho lavorato anni a Milano dove praticamente ogni settimana chiudevano un centro cinese per analoghi motivi- spiega Alessandro Borgonovo titolare del centro benessere Galileo- è un fenomeno in espansione, ma non siamo preoccupati. Chi vuole un trattamento di un certo tipo sa a chi rivolgersi. Noi offriamo qualità che i prezzi stracciati non possono garantire». L’aspetto più avvilente lo rivela Iva Gulbisova, massaggiatrice del Galileo: «Io ho studiato tre anni per poter accedere alla professione.

Ed è un corso a pagamento, sono stata fortunata ad avere la borsa di studio ma per altri non è così. Purtroppo capitano anche i clienti che arrivano e si aspettano altri tipi di massaggi». «Questo succede soprattutto con clienti stranieri che vengono in albergo- continua Borgonovo- in alcuni paesi è normale che un centro massaggi offra anche rapporti sessuali ma da noi non funziona così». «Qui i vigili fanno capolino spesso per controllare che tutto sia a norma- conclude Nicola Bertin, massaggiatore al Galileo- non abbiamo di che preoccuparci e il fatto che vengano sgominati questi centri ci fa sentire più tutelati». Di parere diverso Elisabetta Silvestrin, titolare di “Baciati dal Sole”: «Ne vengono chiusi tre e ne riaprono sei- attacca- è sempre così.

Non temiamo questa concorrenza, ma la nostra professione ne esce mortificata. Devono cambiare le leggi. Molti colleghi in crisi sono costretti a vendere l’attività, gli acquirenti migliori sono quasi sempre i cinesi che però non hanno qualifiche e così assumono come direttrici chi già lavorava nella spa. Le quali, alla fine, non hanno più possibilità di scampo». E molto spesso il rischio è che venga confuso il massaggio con qualcosa di erotico: «Riceviamo tante telefonate di persone che chiedono: “ma che trattamenti fate? Possiamo toglierci gli slip?- confessa Marzia Tonazzo titolare del Palladium- qualcuno prova anche un timido approccio sul lettino. Fortunatamente non temiamo la concorrenza, siamo sicuri che la nostra clientela non si abbasserebbe mai ad andare in quei tipi di centri». In provincia, se possibile, il fenomeno dà ancora più noie: «Questi centri cinesi ci stanno prosciugando il sangue- si lamenta Antonella Marcon dell’omonimo salone di San Giorgio in Bosco- anche dal dottore c’è chi si spoglia nudo, ma chiedono rapporti sessuali pure lì? Noi offriamo un altro tipo di “coccole”, puntando su una professionalità che non si acquisisce dall’oggi al domani».

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