«Cerco macchinista» Ma nessuno sa fare il mestiere

ALBIGNASEGO. Sempre più difficile trovare manodopera specializzata e, quando il lavoro va bene e ci sono tante commesse da evadere, non si riesce a trovare qualcuno che ti dia una mano con il lavoro senza doverglielo insegnare. Questo è un po’ il problema di Fabio Tognon, titolare di un laboratorio di pelletterie, con annesso spaccio, che si trova da quarant’anni in via Petrarca ad Albignasego. E che lo ha “costretto” ad affiggere sulla vetrina della porta un cartello con su scritto: «Cerco macchinista con tanta voglia di lavorare». Ma di personale da assumere ancora non ne ha trovato. «L’ho appeso un mese fa», racconta Tognon, «e da allora si sono presentate una trentina di persone. Moltissimi giovani, ma nessuno per ora con tanta esperienza. Si sono presentati persino dei ragazzi, anche neopatentati, convinti che con “macchinista” si intendesse un autista. Invece ho bisogno di trovare una persona che sappia cucire a macchina la pelletteria. Ho preso i curricula e poi a settembre deciderò cosa fare». Tognon ha molto lavoro e le sue borse se ne vanno da clienti in tutta Italia. Commesse ne arrivano di continuo e alcuni clienti deve persino trascurarli, perché il personale che lavora nel suo laboratorio non basta per smaltire tutte le ordinazioni.
«Cerco per questo motivo una persona già esperta», spiega Tognon, «perché non ho il tempo materiale di insegnare a qualcuno a confezionare le borse. Certo, i tempi sono cambiati e non sono più quelli di dieci anni fa, quando qui in laboratorio avevo 25 operai alle mie dipendenze. Ho dovuto più che dimezzarli perché la crisi aveva cominciato a farsi sentire e il mercato era cambiato. Ho comunque continuato ad avere ordinativi, perché le mie borse sono un prodotto di nicchia e hanno conservato un loro mercato». Questo conferma che i prodotti artigianali continuano ad avere un certo appeal e a incrementare un volume di affari, rispetto alla commercializzazione di prodotti di fattura più industriale, che hanno prezzi sì più bassi, ma anche una maggiore concorrenza. Come dice Tognon, dopo 40 anni lui è ancora aperto, mentre tanti suoi colleghi in zona hanno dovuto abbassare le serrande e cessare l’attività. Certo resta anche il problema della manodopera specializzata, sempre più ricercata. Nonostante tante aziende abbiano chiuso, evidentemente non c’è in giro un numero sufficiente di operai in grado di mettersi davanti a una macchina da cucire a realizzare oggetti di alto artigianato.
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