Chantal è stata rapita dalla madre Dal papà una taglia per ritrovarla

VIGONZA. Aveva appena 14 mesi quando è stata sottratta dalla madre e portata in Ungheria, dove si sono perse le sue tracce. Da più di tre anni Andrea Tonello, 45 anni, agente di commercio di Vigonza, non vede e non ha più notizie di sua figlia Chantal. Un caso emblematico, che arriva direttamente dal nostro territorio, di un problema sempre più presente in Italia, quello dei figli contesi al termine di matrimoni o relazioni tra cittadini di paesi diversi. In questo caso però, oltre ai mille ostacoli che ancor oggi presenta la legge, diversa da paese a paese, si è prefigurato anche il reato di sequestro di persona e maltrattamento di minore.
A carico di Klaudia Ildiko Sallai, parrucchiera di 33 anni, mamma della piccola, che l'ha portata via con sé sottraendola al padre, pende un mandato di cattura internazionale emesso dalla procura di Padova. «Il mio è un incubo cominciato nel 2012 quando la mia ex compagna ha deciso di partire con nostra figlia di poco più di un anno per un viaggio nel suo paese d'origine, l'Ungheria», spiega affranto Andrea Tonello. «Senza alcuna titubanza io ho acconsentito, ma mai avrei pensato che da quel momento non avrei più rivisto la mia bambina».
Da subito sul caso il pm padovano Giorgio Falcone ha aperto una delicata indagine, che ad oggi non è ancora conclusa. In tutti questi anni le ricerche della donna e della bambina da parte della polizia ungherese, ma anche dell'Interpol, si sono susseguite tra momenti più frenetici e momenti di stallo, ma della piccola ancora non c'è nessuna traccia. «Ho fatto di tutto, sono andato in Ungheria innumerevoli volte e anche per lunghi periodi. Mi sono travestito da barbone, alle volte ho girato camuffato da parrucche, altre volte ho mostrato la mia identità, ho fatto volantinaggio e ho dato vita a proteste, ma non è servito a nulla. Qualcuno nel paese d'origine della mia ex compagna, Mezotur, mi ha detto di averla vista insieme alla bambina in città, ma nessuno sa dove si trovino, neanche la famiglia d'origine di Klaudia, che evidentemente la copre», spiega Andrea Tonello, che sotto consiglio della polizia locale ungherese ha messo addirittura una taglia sulla figlia: «Là si può fare anche questo, e così mi hanno consigliato di offrire una ricompensa monetaria a chi mi riporterà mia figlia: 10 mila euro. Tantissimi soldi per quei posti, dove con una cifra del genere si compra anche una casa».
Attualmente l'Interpol sta continuando a lavorare sul caso di Chantal Tonello, mentre la polizia ungherese un mese fa ha sospeso le ricerche: «Le avevano già sospese a gennaio, poi sono riprese anche a causa di mie svariate proteste, e ora sono nuovamente sospese» sottolinea il papà della bambina. «Il problema reale è che la polizia ungherese, soprattutto quella del paese della mia ex compagna, non ha mai preso in mano seriamente questo caso, e anzi troppe volte ho avuto la sensazione che fosse connivente».
Per questo Andrea Tonello ha presentato ricorso alla Corte Europea per i Diritti dell'Uomo, la quale ha condannato l'Ungheria per non aver condotto in maniera seria le ricerche della piccola Chantal e della madre.
«Mi daranno un risarcimento di qualche decina di migliaia di euro, ma a me non interessa questo, io voglio solo riabbracciare mia figlia».
Il prossimo appuntamento in Ungheria Andrea Tonello l'avrà il 9 di maggio: «Dovrò incontrare la polizia ungherese che mi farà il punto della situazione», continua disperato il papà della bimba, che da subito dopo la sua scomparsa ha ottenuto dal tribunale l'affido esclusivo della piccola: «Io non mi arrenderò né ora né mai. Chantal deve tornare a casa e vivere come merita una bambina della sua età».
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