ChatBot, la segreteria studenti risponde sul canale Telegram

«Fino a qualche anno fa, per ordinare una pizza, prendevamo il numero di telefono e chiamavamo. Poi sono arrivate le app ed ora, sempre per ordinare una pizza, possiamo usarne più d’una. Un domani non lontano useremo i “bot” di Telegram: apriremo la chat della nostra pizzeria preferita e conversando con un software intelligente potremo chiedergli, semplicemente, la nostra “pizza preferita”. E l’ordine sarà fatto». Edoardo Degli Innocenti, promettente neolaureato in Ingegneria Industriale (con tesi sull’intelligenza artificiale) la riassume così. E quel futuro non molto lontano lo ha già portato all’università di Padova, insieme al professor Moreno Muffatto (docente ordinario e coordinatore del team di ricerca “Management e Imprenditorialità” al dipartimento di Ingegneria Industriale) e Francesco Ferranti, dottorando di Ingegneria Gestionale. Nel giro di un mese, con un lavoro congiunto, hanno messo in piedi “ChatBot”, una sorta di segreteria studenti contenuta in una chat. Il programma si appoggia a Telegram (un’app di messaggistica istantanea molto simile a Whatsapp): si entra, si cerca “Inventbot Unipd” e si “entra”, come se fosse un gruppo. InventBot rivolge subito un cordiale benvenuto, chiamando l’utente per nome: parla in inglese, perché il corso del professor Muffatto attira studenti internazionali e l’inglese è la lingua franca. Possiamo chiedergli cose banali (ad esempio “come stai?” ) ma soprattutto possiamo rivolgergli ogni tipo di domanda riguardante il corso del professor Muffatto in Innovation and Entrepreneurship (Invent, da cui il nome del software): che cos’è, quali sono gli obiettivi, dove si svolgono le lezioni, se l’accesso è libero e via dicendo. Durante le lezioni diventa uno strumento di didattica interattiva, utile a rivolgere una domanda a tutta la classe e vedere istantaneamente la percentuale di risposte giuste, oppure inviare documenti, avvisare di un ritardo e via dicendo. Gli utenti semplici possono solo chiedere informazioni, gli studenti del corso hanno una password per accedere a una versione privata. «Il sistema dei bot», spiega Edoardo Degli Innocenti, «non è nuovo, su Telegram esiste da anni. Ma i primi erano, diciamo, meccanici: rispondevano per parole chiave, non erano in grado di interpretare una domanda mal posta o di sostenere una conversazione. Inventbot invece è una forma d’intelligenza artificiale: ha un vocabolario vasto, sa intrattenere una conversazione e soprattutto migliora con l’utilizzo. In un certo senso, impara». Inventbot è stato creato appositamente per il corso in Innovation and Entrepreneurship, ma potrebbe essere utilizzato per tutti i corsi dell’ateneo». (s.q.)
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