Che fine ha fatto Sonia con il Coronavirus? "Provo a salvare il mio sogno"

La titolare dell'osteria Ai Scarponi di via Cesare Battisti a Padova: "Ripartiremo a maggio con le consegne a domicilio"
PADOVA.  Sonia Bertazzo, 46 anni, titolare dell'osteria "Ai Scarponi", che fine ha fatto con il Coronavirus?
"Cerco di mantenere vivo il sogno della mia vita".
 
Quale?
"Questo locale. L'ho aperto nel 2013 e ho lasciato un lavoro che facevo da dieci anni". 
 
Che lavoro faceva?
"Mi occupavo di chirurgia robotica, andavo a istruire il personale di sala. Lavoravo per un'azienda di Milano ma il mio sogno era un altro". 
 
Quello di aprire un ristorante?
"Non uno qualunque, proprio questo, in via Cesare Battisti, dove un tempo c'era Monsieur Tartare. Prima ancora c'era l'osteria Ai Scarponi, il nome che poi ho scelto per la mia. C'erano una madre e sua figlia. Era un luogo popolato di donne, mi andava di restituire un po' di memoria". 
 
Come sono stati questi sette anni?
"I primi tre anni abbiamo avuto qualche difficoltà, ora stavamo vedendo i frutti del lavoro. Il locale era sempre pieno, dovevo mandar via gente. Noi facciamo una cucina semplice, tipica veneta, puntiamo sui prodotti locali. Chi ci conosce sa che clima c'è nella mia osteria". 
 
Quando avete chiuso?
"L'8 marzo, che tristezza".
 
Come lo vede il futuro?
"Abbiamo fatto su un bel gruppo: ci sono due cuochi, un lavapiatti, una donna per le pulizie. Noi vogliamo esserci ma dovremo cambiare. Da maggio partiremo con le consegne a domicilio ma cercheremo di rafforzare i nostri tratti caratteristici ma rivedendo fortemente i prezzi. Per ripartire dovremo fare tutti un piccolo sacrificio e mi riferisco anche a chi percepisce il canone d'affitto o a chi tassa il lavoro dipendente". 
 
E' pessimista?
"No, io ho fiducia nel Governo. Mi fido di chi ci sta traghettando in questo difficile momento. Inseguivo un sogno, vederlo sfumare è triste, quindi farò di tutto per salvarlo. Non ho illusioni ma ce la metterò tutta". 

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