Chiamata da Springsteen per i padovani The Fireplaces

PADOVA. Se quello di suonare un’intera canzone sul palco dell’Euganeo, (era il 31 maggio dell’anno scorso), a fianco di Bruce Springsteen è stato un sogno realizzato, l’invito ad andare a New Ark, nel New Jersey, per partecipare come prima band italiana al “Light of day” ha quasi del miracolo per Caterino Riccardi, alias Andrea Scarso, leader della band The Fireplaces di cui fanno parte anche Carlo Marchiori, Oliviero Lucato, Marco Quagliato, Francesco Mattarello, Francesco Morosin, Luica Martello e Evelyn Longhin.
L’evento, in programma a gennaio e finalizzato a una raccolta di fondi per la ricerca sul Parkinson, è promosso da Joe D’Urso, anch’egli figlio del New Jersey come il Boss e a questi legato da numerose collaborazioni. Ogni anno vi partecipano diversi artisti di fama mondiale. E per la band padovana il rischio di trovarsi di nuovo sul palco con Springsteen, stavolta a casa sua, è davvero alto. Ma siccome anche nell’imprevedibile mondo dello showbiz non si fanno nozze con i fichi secchi, Caterino Riccardi e suoi compagni lanciano una raccolta di fondi per finanziare il viaggio negli States. Un crowdfunding informale, si direbbe, per rendere possibile questo piccolo grande miracolo.
Caterino Riccardi, la sua esibizione con Springsteen ha portato davvero fortuna alla sua band.
«In effetti è stato un trampolino di lancio, anche perché il Boss mi ha citato espressamente nella sua lettera ai fan al termine del tour, ringraziandomi per averlo accompagnato con il washboard durante l’esecuzione di “Pay me may money down” all’Euganeo. Con la band stiamo suonando in tutte le regioni del Nord e del Centro Italia».
Cosa rappresenta il Boss per voi?
«È semplicemente una enciclopedia musicale, un crocevia di influenze di tutto il panorama musicale americano, dal rock al folk, passando per soul, gospel e blues».
E i Fireplaces che musica fanno?
Il nostro spettacolo prevede una serie di cover di Springsteen rifatte in chiave tutta nostra e nostri brani sempre ispirati alla musica tradizionale americana. Il 10 dicembre esce il nostro primo album che si intitolerà “Shelter from the storm”. Suoniamo numerosi strumenti, dal basso elettrico al banjo, dalla batteria alla fisarmonica e il mandolino e da un punto di vista vocale cerchiamo di recuperare la tradizione del canto corale, tipico della musica popolare».
Come mai l’idea del crowdfunding per il viaggio negli States?
«Tutti i componenti della band sono disoccupati o nel migliore dei casi precari. Purtroppo è difficile vivere di musica. Andare a suonare al “Light of day” per noi è una grandissima occasione, per questo chiediamo un aiuto, sia da parte di privati che di aziende. È davvero un grande sogno a cui non vorremmo rinunciare. Sul sito www.thefireplaces.it stiamo attivando un link pe r la raccolta fondi, tutte le informazioni si possono trovare anche sulla nostra pagina facebook e chi è interessato può scriverci su afroblue70@gmail.com».
Il 16 gennaio il Boss li aspetta allo storico Stone Pony di Asbury Park, New Jersey.
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