«Chiamatemi don Renato» Belluno accoglie Marangoni

«Volete portarmi rispetto? Chiamatemi vescovo Renato. Ma don Renato è più immediato e altrettanto rispettoso». Immaginarsi se a questo invito di monsignor Marangoni, il nuovo vescovo di Belluno e...
La santa messa e il saluto del nuovo vescovo ai bellunesi
La santa messa e il saluto del nuovo vescovo ai bellunesi

«Volete portarmi rispetto? Chiamatemi vescovo Renato. Ma don Renato è più immediato e altrettanto rispettoso». Immaginarsi se a questo invito di monsignor Marangoni, il nuovo vescovo di Belluno e Feltre che era presbitero della Diocesi di Padova, la cattedrale non sarebbe esplosa in un fragoroso e prolungato applauso. Subito dopo, la prima novità di don Renato. «Desidero incontrarvi presto, per cui verrò a trovarvi, nei giorni feriali, verso sera, parrocchia per parrocchia. Celebrerò con voi, m’intratterrò a cena con il parroco e gli altri sacerdoti e vorrei potermi incontrare con il consiglio pastorale».

Don Renato Marangoni è stato insediato vescovo di Belluno e Feltre, dal metropolita della Chiesa veneta, Francesco Moraglia, e dal predecessore monsignor Giuseppe Andrich, che gli ha consegna il pastorale. La liturgia è durata due ore, sobria e solenne. Intorno all’altare, l’emerito di Belluno monsignor Pietro Brollo, il vescovo di Padova, Claudio Cipolla, l’emerito monsignor Antonio Mattiazzo, e poi i vescovi di Treviso e Trento. Nei primi banchi i sindaci di Belluno, Feltre e Crespano, il paese natale di Marangoni e, dall’altra parte, i familiari, tra i quali la sorella Anna ed il cognato Claudio. Numerosa la delegazione padovana, con sacerdoti, compagni di seminario e di ministero di don Renato, laici impegnati nella pastorale e tanti giovani. «Ho accolto questa chiamata al ministero episcopale, perché ci sei tu, Chiesa di Dio, con la tua bellezza» ha detto il nuovo vescovo. «Cammineremo insieme, il nostro rispetto, la nostra empatia, la nostra disponibilità, il nostro servizio, la nostra fraternità, la nostra comunione saranno un discepolato accogliente in questo magnifico territorio attraversato dai fremiti di una crisi globale e locale». Commosso il benvenuto che in precedenza gli aveva dato l’emerito, monsignor Andrich: «Cammini a lungo con noi, davanti, in mezzo, dietro di noi, come suggerisce papa Francesco. Guidaci, vescovo Renato, in modo che siamo pervasi dal Vangelo». E poi una sollecitazione: a essere lievito di concordia perché quella bellunese sia terra di pace. Rivolto a don Renato, Moraglia ha aggiunto: «Un vescovo non si appartiene più, deve votarsi completamente alla sua comunità, senza un attimo di respiro. L’unica sua appartenenza è la Chiesa». I primi impegni di Marangoni saranno, questo pomeriggio, il pellegrinaggio giubilare della forania di Agordo e del decanato di Livinallongo alla porta santa della cattedrale di Belluno, martedì la visita in ospedale a Belluno, giovedì l’incontro con i preti, sabato 30 le cresime a Cencenighe, il primo maggio la concelebrazione in concattedrale a Feltre.

Francesco Dal Mas

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