Chiede un risarcimento di 250 mila euro È battaglia legale

Quando aveva 16 anni era rimasto coinvolto in un grave incidente stradale a Bojon (Venezia). Era stato portato in ospedale a Padova e qui curato. Nel corso del ricovero era stato sottoposto a una...

Quando aveva 16 anni era rimasto coinvolto in un grave incidente stradale a Bojon (Venezia). Era stato portato in ospedale a Padova e qui curato. Nel corso del ricovero era stato sottoposto a una trasfusione di sangue. Anni dopo l’allora ragazzo, che oggi ha 55 anni, vive a Camponogara e lavora come dipendente pubblico, scoprirà di aver contratto l’epatite C. La commissione medica militare di Padova aveva accertato il nesso di causa tra la trasfusione e la grave malattia. Con il passare del tempo, peraltro, la patologia è andata complicandosi. La commissione medica aveva riconosciuto un indennizzo, come previsto dalla normativa in materia di malattie contratte da trasfusioni infette, di 1.000 euro ogni due mesi. Ma il 55enne vuole che chi ha sbagliato allora lo risarcisca. L’ospedale di Padova, il Comune di Padova quale successore universale dell’ospedale, la Regione e il Ministero della Salute non hanno mai risposto, o lo hanno fatto negativamente, alle richieste formulate dagli avvocati Pascale De Falco e Serena Pecin, a cui l’uomo di Camponogara si è rivolto per avere giustizia.

Davanti alla giudice civile Alessandra Ramon del tribunale di Venezia è stato promosso un accertamento tecnico preventivo, anche in ottica conciliativa. La giudice ha nominato come proprio consulente il medico legale Calogero Nicolai, mentre per il 55enne il medico legale Nico Zaramella. Dalla visita e dall’analisi della storia del paziente, il consulente del tribunale, confermando il nesso di causa tra la trasfusione infetta e la malattia, ha riconosciuto un danno al 55enne pari al 22%: tradotto in denaro, circa 250mila euro. Ma le controparti al momento non hanno dimostrato alcuna intenzione a voler pagare. E così gli avvocati De Falco e Pecin hanno redatto un atto di citazione nei confronti degli stessi enti ai quali era stata fatta la richiesta di risarcimento in via bonaria, ovvero ospedale di Padova, Comune di Padova, Regione e Ministero, trascinando tutti davanti al giudice. Prima udienza a fine gennaio. —

R.B.

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