Chiesti sei anni di pena per Gianni Sartorato: colpì a coltellate il figlio

MASERA'. Sei anni e 6 mesi per aver tentato di ammazzare il figlio all’interno del loro panificio industriale, seppur il reato sia stato derubricato da tentato omicidio a lesioni personali gravissime premeditate. È la richiesta di pena del pm Marco Peraro per Gianni Sartorato, 77 anni, il pensionato che ha aggredito il figlio Simone con un coltellaccio, non colpendo organi vitali solo per un soffio e ferendo pure la nuora.
Era il 30 agosto 2017. Il pm era partito da una pena di 9 anni, scesa per il rito. Il 24 ottobre prossimo ci sarà la discussione con la parola a parte civile e difesa e la sentenza. L’imputato è difeso dall’avvocato Andrea Biasia. Ieri in aula ha deposto il medico legale che ha effettuato la perizia sulla parte offesa. La sua conclusione – che ha spinto lo stesso pm a derubricare il reato parla di modalità dell’aggressione che portano a concludere di una volontà di provocare lesioni gravi che ad uccidere.
Quella drammatica mattina Gianni è arrivato in azienda, in via Bolzani a Maserà armato di coltello. I dissapori erano arrivati al culmine ed è passato all’azione. Dapprima si è avventato sulla nuora polacca, moglie proprio del figlio Simone. Le ha stretto il collo da dietro, minacciandola con un coltello da macellaio, poi sequestrato dai carabinieri. Nel tentativo di fuggire e di mettersi in salvo Agnieszka Choma, 38 anni, è rimasta ferita. In suo soccorso è arrivata il marito e il padre non ci ha pensato un attimo. Il coltello che aveva ancora in mano l’ha usato per trafiggere il figlio al torace. Il figlio quindi ha raggiunto la sua auto per fuggire e mettersi in salvo. Ma il padre è andato a prendere un secondo coltello ed è stato bloccato e disarmato dall’arrivo dei carabinieri.
La sorella di Simone ha confermato che i rapporti tra lui e il padre erano molto tesi e che qualcosa doveva succedere. C’erano dissidi, pare, anche sulla conduzione dell’azienda che Gianni Sartorato aveva fatto sorgere con il panificio di via Vittorio Emanuele II a Padova. Pare che il padre si sentisse estromesso dall’attività che aveva fondato. –
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