Chiude la mensa San Francesco, scatta la protesta degli studenti

Esu dà il via alla ristrutturazione. La struttura da mille pasti al giorno non riaprirà il primo ottobre. Problemi anche per i lavoratori
CARRAI - MENSE UNIVERSITARIE. ESU VIA SAN FRANCESCO CARRAI - MENSE UNIVERSITARIE.
CARRAI - MENSE UNIVERSITARIE. ESU VIA SAN FRANCESCO CARRAI - MENSE UNIVERSITARIE.

PADOVA. Nervosismo dei sindacati e degli studenti per la chiusura per ristrutturazione della mensa universitaria di via San Francesco nel centro città. Una struttura da mille pasti al giorno che da tempo necessitava di manutenzioni ma la cui mancata riapertura, il primo di ottobre prossimo, rischia di mettere in difficoltà migliaia di studenti universitari padovani.

Per gli studenti, la perdita senza preavviso di oltre mille pasti calmierati al giorno rischia di essere una autentica emergenza. «La Piovego è a oltre 40 minuti a piedi dal centro ed già è piena», spiega Enrico Mazzo coordinatore di Studenti per Udu, «mentre la Pio X è già ora presa d’assalto e le lezioni non sono ancora incominciate. Non voglio neppure immaginare come potrà reggere l’impatto di mille studenti in più. Abbiamo un incontro proprio lunedì con il direttore generale Ferrarese per capire se sia stato valutato seriamente l’impatto della chiusura della San Francesco e se si stia lavorando con la dovuta celerità a soluzioni adeguate».

La stessa Università è venuta a conoscenza della chiusura soltanto dopo che la decisione era stata già presa. Ma, superato il primo disappunto, ha ricevuto rassicurazioni dall’Esu in merito alla capacità di risolvere celermente la situazione. A preoccupare i sindacati invece la gestione futura del servizio. «Abbiamo scoperto della chiusura della mensa San Francesco», spiegano Enrico Ciligot e Andrea Ricci della Funzione Pubblica di Cgil e Cisl, «solo per il fatto che tutto il personale era stato spostato alla Piovego senza altre comunicazioni. Oltre alla mancanza di cortesia istituzionale, preoccupa il fatto che le opere di ristrutturazione possano protrarsi per oltre un anno, lasciando che buona parte del personale maturi l’età per la pensione. Le età medie degli operatori del servizio infatti sono molto alte a causa di un blocco del turnover che rischia di aprire le porte, quando l’Esu non avrà più operatori sufficienti per la gestione delle mense, a nuovi appalti. Una privatizzazione sulla pelle del diritto allo studio dei nostri ragazzi contro il quale ci batteremo in tutti i modi». 

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova