«Cimiteri in mano privata e un forno crematorio»

La denuncia dell’opposizione consiliare “Montagnana Progetto Comune” di fronte all’appalto in project financing destinato alla gestione dei loculi
Di Nicola Cesaro

MONTAGNANA. «Non sono ancora state completate dal Comune le procedure per l'affidamento trentennale ai privati della gestione dei cimiteri cittadini, che già è pronta a partire una nuova iniziativa: la realizzazione di un forno crematorio in territorio comunale». La denuncia arriva dal gruppo consiliare di minoranza Montagnana Progetto Comune, che ha presentato al sindaco Loredana Borghesan un'interrogazione a risposta scritta su un progetto sponsorizzato da Elios srl di Spinea (Venezia) e calato proprio nella cittadina murata. Nel concreto, la realizzazione di un forno crematorio. La denuncia del gruppo d'opposizione parte dalla procedura di appalto per l'affidamento degli interventi di ampliamento, manutenzione e gestione dei loculi nei cimiteri di Montagnana: il Comune affiderà questi servizi al gruppo di progetto formato dalle ditte Imm-Ser srl e Callegaro Costruzioni snc di Adria e dalla veneziana Elios srl. Un project financing della durata di trent'anni, osteggiato dall'opposizione cittadina e già oggetto di polemiche in campagna elettorale, restìa a vincolarsi per così tanto tempo a privati e per di più in un settore così "pubblico". Montagnana Progetto Comune ha esaminato il bilancio di esercizio 2015 di una delle tre ditte che compongono il pool di aziende cui affidare i cimiteri comunali. Ed ecco la sorpresa: Elios srl indica chiaramente la volontà di realizzare due forni crematori, uno a Conegliano e uno proprio a Montagnana. Il primo sarà posto a base di gara entro il 2016, mentre il secondo, cita testualmente il bilancio, «è ancora in fase preliminare di progetto, sempre in accordo con Callegaro Costruzioni snc». Si oppongono dalla minoranza: «Iniziative di questo genere hanno suscitato parecchie preoccupazioni tra la cittadinanza nei Comuni dove sono state avviate. È il caso di Minerbe e Albaredo d'Adige, oppure di Legnago dove il progetto è stato addirittura bloccato a procedura avanzata, mentre si sta procedendo tra mille polemiche con l'iter di approvazione a Noventa Vicentina». La stessa concentrazione di possibili impianti simili è fonte di preoccupazione: hanno senso di coesistere nella stessa zona? La minoranza, che lamenta l'assenza di qualsiasi notizia in merito in sede istituzionale, punta tuttavia sull'impatto ambientale che il futuro forno crematorio potrebbe avere: «Questi impianti emettono agenti inquinanti che vanno dal monossido di carbonio a metalli pesanti, passando anche per mercurio e diossina. L'adozione di filtri mantiene le emissioni entro i limiti di legge ma non le elimina». I consiglieri di Progetto Comune invitano l'amministrazione a rendere pubbliche eventuali trattative e a raccogliere il parere della cittadinanza.

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