Cimiteri privati addio gli affitti costano troppo

A fine mese saranno chiusi tutti i Luoghi della Memoria a partire da quello di Mortise Il titolare accusa il Comune: «Troppi ricorsi e nessun dialogo, così ci ha affossato»
Di Elvira Scigliano

MORTISE. A fine maggio saranno smantellati tutti i Luoghi della Memoria inaugurati, a partire dallo scorso settembre, in tutti i quartieri della città. Mentre si sta consumando una doppia battaglia legale nelle aule dei tribunali civili e amministrativo, il titolare del marchio “La Memoria”, Oscar Rossi, ha dovuto soccombere alle necessità economiche. «Pagavo gli affitti dei cinque locali dallo scorso settembre», spiega, «senza il minimo ritorno economico. Era una situazione insostenibile. Dunque ci siamo visti costretti a liberare i locali in attesa che si dipani la vicenda giudiziaria per poter tornare a lavorare».

Due i ricorsi che attendono la fine del procedimento: il primo innescato da una famiglia che ha fatto ricorso contro il Comune per poter conservare le ceneri del proprio caro in uno dei Luoghi della Memoria (quello di Sant’Osvaldo).

Il giudice ha dato ragione alla famiglia perché si tratta di un “diritto soggettivo”, ma il Comune ha fatto reclamo (un contro ricorso).

Poi c’è il ricorso al Tar della stessa azienda: questo non è ancora giungo a sentenza. «Resta una profonda amarezza», si sfoga Rossi, «sono convinto che l’amministrazione comunale abbia giocato proprio sui tempi tecnici e sulle lungaggini della giustizia italiana per portarci allo “sfinimento”. Così è stato: dimostrazione ne è che non ci ha mai voluto incontrare per aprire un dialogo, del resto è noto non sia il sindaco del dialogo. Visto che le uniche resistenze erano giunte da Mortise, eravamo pronti a trasferirci da quel condominio, se solo l’amministrazione fosse stata disponibile a parlare. Inoltre si capisce, dalla sottigliezza del nuovo regolamento delle politiche cinerarie, che è stato proprio un modo per colpirci ai fianchi, nemmeno direttamente: il regolamento non vieta i Luoghi della Memoria, non potrebbe, vieta alle famiglie dei defunti di portare le urne in luoghi diversi dal cimitero e dalla propria abitazione. Il sindaco ha preferito “distruggere” un’attività imprenditoriale che ha portato economia nella sua città ,pur non potendo ordinarne la chiusura con un’ordinanza».

Il servizio privato (esattamente con le urne realizzate da “La Memoria”) esiste già in altre regioni d’Italia. Grande soddisfazione, invece, da Mortise e, in particolare, dal comitato costituitosi contro il cosiddetto “cimitero privato”. I membri hanno accolto con soddisfazione la notizia che il particolare negozio chiuderà i battenti.

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