Cittadella, cyberbullismo tra liceali su Instagram

CITTADELLA. Attacchi, offese, sberleffi attraverso un profilo Instagram. L’ombra del cyberbullismo si allunga tra gli studenti del liceo Caro. Le violenze digitali prendono forma su TLCancro2, profilo anonimo dietro il quale sta sicuramente qualcuno che conosce nei dettagli classe per classe della scuola.TLCancro2 (TLC sono le iniziali di Tito Lucrezio Caro) ha iniziato a pubblicare qualche settimana fa le sue “storie” sul network fra i preferiti dai teenager che lo scelgono e ci pubblicano i loro post: su Facebook ci sono ormai troppi genitori; su Instagram si trova una maggiore libertà. Una libertà che in questo caso però è degenerata.
Ad accorgersi di questo problema è stato il padre di uno studente di Cittadella, che ha notato un comportamento anomalo da parte del figlio. A pranzo e a cena aveva iniziato a non mangiare; era spensierato e si è chiuso in se stesso, sempre più taciturno, come se qualcosa lo preoccupasse. Il papà non è rimasto indifferente, si è preoccupato e ha cominciato a chiedere, con insistenza, cercando di rompere il muro del silenzio. Alla fine il ragazzo si è aperto e ha mostrato ai genitori gli attacchi di TLCancro2 ad amiche e amici.

Il bullismo, quello peggiore, che usa una simpatica foto di ragazzi disabili per offendere un’intera classe e aggredire ragazze e ragazzi con tanto di nome e cognome: «Mi verrebbe da andare dal meccanico e rubargli in piede di porco per toglierle tutto il trucco che ha in faccia». Volgarità, cattiverie che feriscono: «Ti fai bocciare così l’anno prossimo puoi provarci con le 2004?» «Inutile che te la tiri tanto prima o poi dovrai... a Berlusconi», «dato che il Canada ti piace tanto trasferisciti definitivamente», «togliti quei c...o di brillantini/piercing che sembri Elettra Lamborghini», «parli tanto ma sei più... di Byron Moreno», «fotografami il pube», «fallo qualcosa per far vedere il c...». Vengono attaccati tutti, ragazzi e ragazze, pure con fotomontaggi che alludono all’Isis. Qualcuno ha anche cercato di reagire: «Vi divertite a prendere per il c... le persone?» e ha invitato TLCancro2 a mostrare la faccia, a far vedere da che pulpito arrivino quelle parole pesanti come pietre, dove non c’è ironia ma solo la crassa quanto anonima ignoranza tipica del bullo.

Ignoranza che stigmatizza alcuni e li ridicolizza nell’arena social. Resta da capire: si tratta di un singolo? O di un collettivo di leoni da tastiera che si sentono cool a lanciare giudizi sferzanti in rete? Un aspetto appare certo: i primi danni sono stati provocati. Tra i giovanissimi è maturata una paura. Il papà dello studente che ha esposto in famiglia il problema ha pensato di segnalare l’accaduto alla polizia postale, ma poi ha preferito fermarsi, teme una sorta di ritorsione contro il figlio. Quel misto di sospetto, di esclusione dal gruppo e di ulteriori forme di subdolo bullismo.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova