Infermiera e oss stroncate da un tumore: doppio lutto all’ospedale di Cittadella
L’ospedale di Cittadella perde due figure di riferimento in poche ore. Infermiera di 48 anni e oss di 43 stroncate da un tumore: «Esempi di grande professionalità e dedizione ai pazienti»

Doppio lutto all’ospedale di Cittadella: nel giro di poche ore due dipendenti, volti conosciuti della sanità locale, sono scomparse a causa della malattia, lasciando un segno profondo in corsie e uffici dove per anni hanno lavorato. Martedì mattina è mancata Paola Cecchinato, 48 anni, infermiera della Patologia neonatale, mentre ieri si è spenta a 43 anni Valentina Nicolin, operatrice socio-sanitaria del Punto unico di accoglienza.
Due percorsi diversi, un impegno comune: la cura delle persone, vissuta come competenza professionale e responsabilità quotidiana.

Paola Cecchinato, cittadellese, era una figura di riferimento in reparto. Colleghi e famiglie dei piccoli ricoverati parlano di lei come di una professionista capace, attenta, determinata a migliorare l’assistenza ai neonati, spesso fragili e prematuri. Aveva iniziato la carriera a Padova, poi l’arrivo a Cittadella, prima in Geriatria e in seguito, per 18 anni, in Patologia neonatale. Lì ha costruito relazioni profonde, trasmettendo sicurezza nei momenti più delicati. Il lavoro era per lei senso del dovere, preparazione costante, capacità di ascolto.
Dietro il camice c’era una storia personale segnata da una prova durissima. A maggio Paola aveva perso il marito, Stefano Biz, colpito da arresto cardiocircolatorio.
Stava rialzandosi quando, a fine agosto, sono comparsi i primi sintomi: gli esami hanno rivelato un tumore già avanzato. Il decorso è stato rapido e martedì mattina Paola si è spenta all’hospice di Cittadella.
A piangerla sono la figlia Giorgia, diciottenne studentessa al Meucci, il papà Massimo, la sorella Enrica, i nipoti e i familiari tutti. I funerali si terranno domani alle 10 nella chiesa di Santa Maria; rosario stasera alle 20. La famiglia ringrazia il personale dell’hospice e le colleghe di Patologia neonatale, Pediatria, Ostetricia e Ginecologia. In luogo di fiori, eventuali offerte saranno devolute all’associazione Altre Parole.
Ieri è giunta anche la notizia della morte di Valentina Nicolin, 43 anni, operatrice socio-sanitaria del Punto unico di accoglienza. Chi ha lavorato con lei la ricorda come solare, propositiva, capace di portare serenità anche nelle giornate più faticose.
Stava completando il percorso universitario in Psicologia e guardava avanti con entusiasmo, con il desiderio di coniugare competenze assistenziali ed esperienza sul campo. In ospedale aveva operato in Lungodegenza, Pronto soccorso e Pneumologia: un percorso fatto di turni, relazioni, ascolto dei pazienti e delle famiglie. Malata da circa un anno, ha affrontato il percorso terapeutico con discrezione, seguita da familiari e amici.
Abitava a Carmignano di Brenta. Lo annuncia la nonna Valeria, insieme ai tanti che l’hanno stimata e amata. Il funerale si terrà sabato alle 10 nella chiesa parrocchiale del paese. Non fiori, ma eventuali offerte destinate all’Istituto oncologico veneto. Un ringraziamento è rivolto ai reparti di Pneumologia, Utic, Day hospital oncologico e Medicina 1 per la cura prestata con attenzione e continuità.
Due donne unite dal lavoro, dalla professionalità e dal modo concreto di essere presenti nei reparti.
La loro scomparsa ha colpito profondamente colleghi e direzioni sanitarie, non solo per il legame umano ma per la consapevolezza del valore che hanno portato nel tempo.
In molti raccontano come Paola e Valentina «sapessero ascoltare, trovare parole misurate, gestire il peso emotivo del ruolo senza perdere equilibrio. In giornate ordinarie, tra un turno e l’altro, la loro presenza era un riferimento. Oggi resta un’eredità fatta di gesti appresi, competenze condivise e un esempio professionale che continuerà a vivere nelle corsie».
Un dolore ravvicinato che attraversa l’ospedale, ma che non cancella ciò che hanno seminato: lavoro fatto bene, serietà, attenzione agli altri. Non enfasi, non retorica, ma il semplice riconoscimento del contributo che hanno dato. E il ricordo, destinato a rimanere, di ciò che hanno rappresentato per la comunità sanitaria e umana di Cittadella.
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