Cittadella, nuovi striscioni contro il sindaco Pierobon: «Temono la mia candidatura»

Nuovi striscioni contro il sindaco Luca Pierobon sono comparsi nella notte in diversi punti di Cittadella, raffigurando anche l’ex primo cittadino Massimo Bitonci. Pierobon parla di “campagna elettorale mascherata”

Silvia Bergamin
Gli striscioni apparsi nella notte
Gli striscioni apparsi nella notte

Ricompaiono striscioni anonimi contro il sindaco Luca Pierobon, che non ci gira tanto intorno e teme si tratti di “fuoco amico” dal fronte del centrodestra. Dopo i due teli apparsi nel sottopasso di via Nova, che mettevano nel mirino il maxi polo logistico al confine con Tombolo, la scorsa notte altri due striscioni hanno fatto capolino in due punti diversi della città: in via Ragazzi del ’99, di fronte alle mura, e in via Muri Bianchi a San Donato, a pochi passi dal passaggio a livello di borgo Padova. Sulle foto ci sono il sindaco e l’ex primo cittadino Massimo Bitonci, ora sottosegretario al Ministero delle Imprese e del Made in Italy.

E una scritta: «A ogni ingorgo pensiamo a voi, grazie sindaci». Entrambi i manifesti sono stati rimossi ieri in mattinata. «Questa è a tutti gli effetti una campagna elettorale, anomala, mascherata», sottolinea Pierobon, «mettono in foto me perché evidentemente posso dare fastidio. Probabilmente temono che io possa candidarmi alle prossime elezioni regionali, e questo potrebbe creare problemi non al centrosinistra, ma ad alcune componenti del centrodestra». Quali saranno gli equilibri del dopo-Pierobon? Il nodo è al centro dei ragionamenti del potere locale.

«È un’operazione costosa, tra l’altro. Si parla di manifesti ben realizzati, stampati professionalmente. Qualcuno sta spendendo soldi veri per questa azione. E io rispetto chi si espone, ma qui nessuno lo fa apertamente. È il classico attacco da retrovie», continua il sindaco, che osserva: «Cittadella è una bellissima città, attrattiva, ben servita, dove si vive bene. Questo è il frutto di un lavoro di lungo corso, portato avanti in trent’anni di amministrazione. È diventata un punto di riferimento in Veneto. E questo, inevitabilmente, genera invidia e timori politici». —

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