Cittadella, travolto e ucciso mentre attraversa la strada

Claudio Peretto, 61 anni, lavorava per la Autotrasporti Bertoncello Brotto. L’incidente sulla tangenziale a Rovigo
Claudio Peretto, 61 anni, con il suo adorato cagnolino
Claudio Peretto, 61 anni, con il suo adorato cagnolino

Tragedia della strada la sera di martedì intorno alle 22 in Polesine. Un autotrasportatore di Rosà, Claudio Peretto, 61 anni, è deceduto investito d un’automobile mentre attraversava a piedi la strada, dopo aver finito di cenare al ristorante “Al Fogolar”, ben conosciuto dai camionisti e situato lungo la tangenziale est di Rovigo. Peretto è stato falciato da una Nissan Qashqai guidata da una 33enne, nel momento in cui si accingeva a raggiungere il suo camion, parcheggiato al lato opposto del locale. L’impatto è stato violentissimo, spezzando tragicamente l’esistenza del camionista che lavorava per la Autotrasporti Bertoncello Brotto di Cittadella.

In quel tratto a quattro corsie, c’è un grosso faro per illuminare la strada, ma non è un punto sicuro dove attraversare. È stata la stessa investitrice ad avvisare i soccorsi, visibilmente sotto choc per quanto accaduto. Sul posto sono intervenuti i carabinieri, che si sono occupati di gestire la viabilità e dei rilievi di rito, oltre ai vigili del fuoco che hanno dato il supporto logistico.

Claudio Peretto abitava con la famiglia nella frazione di Cusinati di Rosà. Lascia la moglie e due figli grandi, un maschio e una femmina. Per il fratello Gaetano è troppo forte il dolore che sta vivendo in questi momenti, dolore che non gli permette di parlare e ricordare la figura del congiunto. «Svolgeva un lavoro impegnativo, era una persona molto scrupolosa – interviene il sindaco di Rosà Elena Mezzalira –. Sono vicina alla famiglia, consapevole del dolore che sta provando. Ho avuto modo di conoscere il figlio in occasione di un suo tirocinio in Comune».

«Era un bravissimo ragazzo – lo ricorda Massimo, titolare della Autotrasporti Bertoncello Brotto di Cittadella –. Sempre pronto, attento e serio, era uno di quegli autisti che tutti vorrebbero avere. Lavorava da noi da un paio d’anni. Non abbiamo parole. Abbiamo saputo del fatto la sera stessa e siamo corsi subito sul luogo. Claudio aveva appena terminato la sua giornata, dopo essere partito la mattina presto, primo fra tutti in posizione di partenza. Era in pausa, sarebbe ripartito allo scadere delle ore obbligatorie di riposo. Aveva scambiato le classiche quattro chiacchiere con i colleghi, al ristorante, per poi dirigersi al suo camion e attraversare quelle quattro corsie della tangenziale. Qualcosa sicuramente lo avrà distratto, forse era al telefono, ormai la sua cabina era lì, a pochi metri da lui».

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova