Cittadinanza onoraria al pittore naif Bragato

saonara

A dire il vero lui a Saonara c’è nato, il 5 settembre del 1940, nella casa in via Caovilla di papà Vittorio e mamma Maria: a 18 anni però la vita l’ha portato prima a Venezia e poi a Padova. Ma domenica il pittore naif Gioacchino Bragato ridiventerà cittadino saonarese, stavolta onorario; la cerimonia è prevista per le 11 nel parco di Villa Valmarana o, in caso di pioggia, nella sala civica di via Roma. Garzone di fornaio a 10 anni, a 13 Gioacchino fa lo sguattero a Venezia: e sono i tesori pittorici della città lagunare a far emergere in lui il desiderio di fare arte. Il destino lo porta per 40 anni, a partire dal 1956, nelle cucine della trattoria “Al Pero” di via Santa Lucia, polo di artisti e letterati nella geniale, tumultuosa e ormai perduta stagione culturale padovana, quando lì si sedevano artisti come Tono Zancanaro, Paolo Angelani, Giuliano Vitozzi, Carlo Cattaneo, Galeazzo Viganò, Paolo Bonello, e dove faceva capolino Dario Fo. Gli amici lo convincono ad esporre le sue opere, dove sovente ritornano alberi, campagne e casoni di Saonara. Inizia una carriera che lo vede insignito di molteplici premi. «Cos’è l’arte per me? Libertà» Bragato non mostra esitazioni «L’arte deve essere segno di pace e convivenza, deve abbattere barriere e divisioni». ––

Patrizia Rossetti

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