College Cinema, idee giovani che diventeranno film

VENEZIA. Alla chiamata hanno risposto quasi in duecento, da ogni angolo del pianeta, ma solo dodici progetti sono stati selezionati per la prima fase e, ora, soltanto tre sceneggiature prenderanno la...

VENEZIA. Alla chiamata hanno risposto quasi in duecento, da ogni angolo del pianeta, ma solo dodici progetti sono stati selezionati per la prima fase e, ora, soltanto tre sceneggiature prenderanno la forma di un film che, l’anno prossimo, troverà spazio tra le proiezioni della Mostra del Cinema di Venezia: la quarta edizione di Biennale College entra nel vivo e, dopo il ritiro di otto giorni nel piccolo paradiso che è l’isola di San Servolo, ieri sono stati gli stessi giovani talenti a esporre le loro idee davanti agli esperti a Ca’ Giustinian, a Venezia.

Sotto la guida di otto tutor d’eccezione, esperti di regia, produzione e sceneggiatura che li hanno seguiti durante il ritiro tra lezioni, incontri e lavori di gruppo, i ragazzi hanno trasformato i loro vaghi sogni in autentici soggetti cinematografici. I progetti destinati a diventare film saranno scelti tra questi.

I cinesi Niu Han e Wei Shen, con il loro “A most peculiar man”, racconteranno la storia di un viaggiatore che incontra l’amore proprio mentre il suo corpo subisce una bizzarra metamorfosi; Tom Quinn e Marianne Fernsler, dagli Usa, con “Colewell” mettono in scena le difficoltà della vita di una neopensionata in di una piccola comunità rurale; l’olandese “Foreverness”, di Rolf van Eijk e Dijana Olcay-Hot, parla del conflitto tra identità reali e virtuali in un gruppo di adolescenti; in “Soledad” i venezuelani Jorge Thielen Armand e Manon Ardisson scelgono la giungla urbana di Caracas come palcoscenico per una caccia al tesoro; dall’India arriva la proposta di Shubhashish e Sanjay Bhutiani, “Mukti Bhawan”, che parla di morte e salvezza; nell’argentino “Quimilì” Sofia Brockenshire e Verena Kuri descriveranno le trasformazioni di un piccolo villaggio e la memoria del passato che ritorna; in “Quixote’s last film” l’inglese Tom Wilson e la romena Marcela Ursu raccontano la storia di una sceneggiatura capace di mettere fine all’arte stessa; Michael Johnson e Michael Peluso, dagli Stati Uniti, in “Savage Youth” trasformeranno in una fiaba punk-rock una tragica vicenda ; “The trojan candidate”, realizzato a cavallo tra America e Romania da Adina Istrate e Giannina La Salvia, darà voce a un gruppo di astronauti in partenza per Marte; con “The maintenance act” gli inglesi Mark Ashmore e Sarah Lee Jones vogliono dare vita ad un universo steampunk.

Due i progetti italiani: in “Ears”, di Alessandro Aronadio e Costanza Coldagelli, un fischio alle orecchie darà il via a una giornata paradossale, mentre in “Ngujuar”, di Roberto De Feo e Ivan D'Ambrosio, si osserverà attraverso gli occhi di un bimbo la faida tra due famiglie albanesi.

Giacomo Costa

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