Coltro racconta la storia della casa del popolo di Noventa

NOVENTA PADOVANA. L’anniversario non è perfetto: 54 anni. Ma sono gli anni della casa del popolo di Noventa, che è tuttora viva e vegeta, anche se ha fatto i conti con i tempi che cambiano, e che si ritrova raccontata in un libretto edito da Fondazione Nuova Società e da Associazione via Marconi 176.
Oggi il termine casa del popolo ha perso molto del suo significato, ed è un peccato perché quel luogo, a Noventa Padovana come dappertutto, non era solo l’immagine fisica del Partito comunista, la sede della sezione locale, ma anche il focolare politico e sociale di una comunità. Tra quelle mura scorrevano idee, impegno ma soprattutto vite, caratteri, amicizia.
Le case del popolo nacquero spesso come filiazioni delle società di mutuo soccorso, avevano a che fare con le organizzazioni dei lavoratori, e funzionavano, tant'è che divennero il bersaglio delle squadre fasciste, all'inizio degli anni Venti, che le devastavano e le bruciavano. Proprio per questo, per un evidente contrappasso, la prima Casa del popolo di Noventa Padovana ebbe sede subito dopo la seconda guerra mondiale nell'ex casa del fascio che venne requisita da socialisti e comunisti per farne la loro sede. Era in centro, dove oggi c’è la biblioteca civica. Ma poi venne sfrattata. Per ricostruirla si mobilitarono in tanti. Quella piccola epopea locale rivive nelle pagine scritte da Paolo Coltro nel libretto “La casa del popolo di Noventa Padovana – storia di un'idea realizzata (1961-2015)”, che domenica alle 10.45 verrà presentato dall’autore proprio lì, in via Marconi 176. Sarà presente Elio Armano.
Giusy Andreoli
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