Come vendere cento libri e guadagnarci
Editoria & fantasia: l'esperienza della padovana La Gru, nata appena un anno fa

Inventare modi diversi di fare microeditoria è la sfida dei prossimi anni. Le case editrici da 10 titoli all'anno arrancano, faticano a superare quella soglia del 4% del mercato librario italiano che occupano ormai da alcuni anni. Ed allora ci vogliono idee nuove. Una è venuta ad un giovane neoeditore padovano, Massimiliano Mistri che da poco meno di un anno ha fondato le «Edizioni La Gru». La prima novità riguarda il numero di libri pubblicati. «Finora - dice l'editore - abbiamo pubblicato 16 titoli e prima della fine dell'anno contiamo di pubblicarne un'altra decina. E vorrei sottolineare che non chiediamo contributi di nessun tipo agli scrittori, anzi combattiamo contro l'editoria a pagamento». Ora, una casa editrice da più di venti titoli all'anno non è di solito considerata microeditoria, eppure «La Gru» lo è. «Siamo in due - dice ancora Mistri - e facciamo tutto: leggiamo i manoscritti, curiamo l'editing, impaginiamo, curiamo i rapporti con la stampa e le promozioni. In questi mesi siamo riusciti già ad essere in attivo, sia pure di poco». Quale il segreto? Innanzitutto la riduzione dei costi. «Abbiamo rinunciato - spiega Mistri - alla distribuzione. Prima di diventare editori avevamo una piccola libreria e lì abbiamo capito che la distribuzione dei libri è destinata a morire, perché costa troppo e rende poco. Noi preferiamo instaurare un rapporto diretto con alcune librerie, per esempio le catene della Feltrinelli, e con alcuni librai, e poi vendere on line nelle librerie elettroniche e direttamente dal nostro sito». Ma non è finita qui, l'altra idea che sembra funzionare è la localizzazione del prodotto. «Se pubblichiamo il libro di una scrittrice pugliese per esempio - spiega Mistri - è chiaro che ci preoccupiamo di distribuire il libro principalmente in quelle aree, perché spesso bastano poche librerie per vendere il numero di copie sufficienti a rientrare dei costi di edizione». E questa è la terza novità. Abbassare i costi di produzione significa arrivare molto presto ad un attivo. «Di solito - dice Mistri - noi abbiamo tirature modeste, poco più di duecento copie, e se ne vendiamo la metà siamo già a posto. In alcuni casi siamo riusciti a fare anche delle ristampe e questi per noi sono dei successi». Non si punta dunque su pochi titoli ma su un ventaglio abbastanza ampio, che assicura l'attivo grazie al complesso delle vendite, finora quasi un migliaio di copie complessivamente. «Un'altra risorsa - dice Mistri - sono le presentazioni. Ne abbiamo fatta una a Napoli di Dieci piccoli passi di Francesco Pierucci in cui abbiamo venduto più di cento copie. La stessa libreria era sorpresa». Quello che funziona è dunque un rapporto diverso coi libri e con gli autori. «Si - dice Mistri - quella che funziona è la empatia fra noi e l'autore, dobbiamo crederci tutti insieme, altrimenti il libro non va avanti. Agendo nel modo tradizionale i libri entrano nelle librerie e spariscono dopo 20 giorni, non ha senso». E questo è il vantaggio del piccolo, la passione che porta a seguire il libro in tutte le fasi, anche quelle di promozione e di vendita. «Molti nostri autori - dice ancora Mistri - sono giovani, altri invece hanno già altri libri alle spalle, come Giovanna Mulas, una autrice sarda abbastanza nota, ma per tutti cerchiamo di costruire occasioni per far conoscere i loro libri: possono essere feste, spettacoli ispirati dal libro, letture con musica». E tutto questo spiega come mai a La Gru possano pubblicare anche libri di poesie e guadagnarci, cose che altri editori non possono permettersi. Ovviamente anche Mistri spera poi nel successo di un libro, nel passaparola che fa scoprire un autore, ma intanto punta sul nuovo. «In meno di un anno abbiamo ricevuto qualcosa come 750 manoscritti e li stiamo leggendo tutti, rispondendo a tutti. Accanto a questo - dice Mistri - abbiamo avviato anche la pubblicazione di manuali universitari. Finora ne abbiamo pubblicati 4, ma speriamo di instaurare un rapporto più stretto con l'Università di Padova e le altre, anche se è difficile competere in questo campo con colossi come la Cedam».
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