Comitati al Tar per gli abusi edilizi

Presentato un ricorso contro Cementeria, Parco e Ministero per annullare accertamenti di compatibilità paesaggistica
Di Francesca Segato

MONSELICE. Un ricorso al Tar contro la Cementeria di Monselice, per presunti abusi edilizi. Parte l’offensiva giudiziaria contro il cementificio che ha chiesto di utilizzare rifiuti nel ciclo produttivo. Mentre il consiglio comunale boccia per un solo voto la mozione che chiedeva di congelare il progetto rifiuti.

Il ricorso. L’hanno depositato nei giorni scorsi al Tar i Comitati "E Noi?", "Lasciateci respirare” e un residente. È contro il Parco Colli, il Ministero per i beni culturali e la Cementeria di Monselice Spa, ex Radici, ora passata alla Cementizillo. Chiede l'annullamento di alcuni provvedimenti di accertamento della compatibilità paesaggistica.

Gli abusi. La Cementeria di Monselice ha avanzato la richiesta di sanatoria edilizia e paesaggistico-ambientale per le opere già esistenti in zona agricola. «Sono tre le Dia a sanatoria presentate dalla Cementeria di Monselice» ricorda il consigliere Paolo Drago «per strutture di copertura e di contenimento dei depositi di ammoniaca, strutture di copertura dell’impianto di lavaggio dei camion in uscita, strutture di rivestimento e copertura dell’impianto di frantumazione dell’argilla, strutture di rivestimento del filtro di abbattimento degli ossidi di azoto, nastro trasportatore coperto. La cementeria Zillo nel 2010 ha presentato la richiesta di un accordo pubblico-privato per il cambio di destinazione d’uso dell’area che attualmente è a destinazione agricola. Di fatto si è autodenunciata. Le opere abusive in zona agricola ma ricadenti all’interno del Parco Colli sono soggette al decreto Urbani e quindi non sono sanabili». Dal Comune, in due anni, non è arrivata alcuna risposta e le pratiche risultano tuttora pendenti.

La mozione. L’annuncio del ricorso è arrivato in consiglio comunale, con la mozione, presentata da Drago, Nosarti, Miazzi e Zanin, che proprio per questi motivi chiedeva alla Provincia di sospendere la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale. La commissione Via provinciale dovrà infatti decidere se autorizzare la cementeria all l’utilizzo di ceneri della combustione di carbone e biomasse (185.000 tonnellate all’anno) e gessi chimici (40.000 tonnellate all’anno). «Alcuni di questi impianti dentro la cementeria per l’utilizzo dei rifiuti insistono su strutture che sono palesemente abusive» evidenzia Francesco Miazzi. «Chiediamo alla Provincia di sospendere il progetto, finché il Comune non si sarà pronunciato sulla pratica edilizia e il Tar sulle autorizzazioni paesaggistiche rilasciate dal Parco». La mozione, oltre a chiedere al Comune di sciogliere la riserva e dare una risposta alla cementeria, proponeva anche un tavolo di lavoro e chiedeva al Parco di riprendere la strada per l’Accordo di Programma sulle cementerie.

Il voto. Mozione bocciata con 7 voti contro 6: a favore, oltre ai proponenti, anche Biscaro del Pd e Basso del Pdl, mentre si sono astenuti Perin, Annunziata, Aldrigo e Rosina. «Ancora una volta il consiglio ha stoppato la linea di chi cerca solo il contrasto» commenta il sindaco. «La mozione mirava a creare problemi ad aziende che ancora credono nel territorio e che qui vogliono investire».

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