Commessa del Prix presa a morsi dai ladri

Furto e aggressione in via Avanzo a Padova. «Ho provato a fermarli ma hanno reagito come furie». La donna è stata aiutata da un cliente

STAZIONE. I furti sono all’ordine del giorno. L’aggressione con calci e morsi, quella no. Al Prix di via Avanzo, supermercato di frontiera dietro la stazione, a volte finisce anche così. «Ho provato a fermarli ma mi è andata male. E poteva finire anche peggio se non era per Johnson che mi ha aiutato». Veronica R., 39 anni, è una ragazza tosta con un curriculum di tutto rispetto alle spalle. Ha retto per anni al Prix di via Annibale Da Bassano e ora, da qualche tempo, presta servizio in un’altra zona calda della città: via Avanzo, appunto. Jonhnson, invece, è un ragazzo nigeriano sulla trentina che vive a Castelfranco e lavora a Padova. «Ogni giorno prima di prendere il treno passa di qua e acquista due o tre cose da mangiare» racconta Veronica. «È stato bravo perché si è accorto che c’erano quei ragazzi che stavano rubando».

Erano un lui e una lei, sui 25 anni, sguardo liquido, laccio emostatico nello zainetto. Hanno girovagato tra uno scaffale e l’altro imbottendo bisaccia e tasche di svariati generi di sostentamento. Johnson li ha visti, ha segnalato la cosa alle commesse e quando questi stavano per andarsene si è messo davanti a loro.

«Li abbiamo fermati ma è scoppiato il finimondo» dice Veronica massaggiandosi il braccio. «Il ragazzo è riuscito a fuggire quasi subito. La ragazza, invece, eravamo riusciti a bloccarla. Ha reagito come una furia. Si è difesa con calci e pugni. Poi si è rivolta verso di me e mi ha morso il braccio».

Erano all’incirca le 19, orario critico per chi lavora in supermercato. Le casse sono sempre affollate, il momento della chiusura si avvicina e il rischio di subire rapine aumenta in modo esponenziale. Ci si aspetta il bandito con il passamontagna e invece no. Il pericolo arriva da due ragazzi che stanno buttando via la loro vita.

«Mi ha fatto un male tremendo ed è riuscita a scappare. Johnson mi ha soccorso subito. L’abbiamo lasciata andare e ci siamo rivolti al 113».

Gli agenti della Squadra volante hanno parlato a lungo con Veronica. Si sono fatti descrivere i due clienti. Poi hanno fatto con lei tutto il percorso fatto durante la colluttazione, da dentro il supermercato fino al parcheggio. C’erano scatole di tonno a terra, biscotti, patatine fritte, confezioni di affettato sottovuoto e, appunto, anche un laccio emostatico.

«Ora devo andare in ospedale a farmi tutte le analisi perché sicuramente si trattava di due tossicodipendenti» ragiona la commessa. «Che bel modo di ricominciare a lavorare dopo le ferie. Prima i morsi, poi l’intera serata in pronto soccorso in attesa del mio turno».

e.ferro@mattinopadova.it

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