Commessa in pasticceria e sempre in movimento

Il ritratto di Francesca Vedovato, morta in montagna a soli 26 anni. Figlia di un fisioterapista e di una volontaria in parrocchia. L’istruttore di arrampicata: «Non era tanto esperta ma sprizzava entusiasmo»

VILLANOVA DI CAMPOSAMPIERO. Francesca Vedovato abitava in via Benedetto Marcello con il padre Luciano, fisioterapista, e la madre Margherita Agostini, che è impegnata in parrocchia come volontaria. Aveva due fratelli, Anna e Giacomo. Una famiglia unita la loro, conosciuta e benvoluta a Villanova. Una famiglia che ora è stata colpita dalla più terribile delle disgrazie e si trova a vivere il dramma della perdita di una figlia, di una sorella. La notizia di quanto accaduto è stata comunicata verso le 17 alla famiglia, che è subito partita per Vicenza. E in breve si è diffusa anche nei paesi di residenza e di lavoro.

Da un anno Francesca lavorava nella pasticceria Novello di Cadoneghe, spesso la si vedeva anche dietro il banco della pasticceria madre che si trova a Peraga di Vigonza e che è della stessa proprietà. Sconvolti i suoi titolari, Gloria e Vanni Callegaro, increduli i colleghi. «Non si può perdere la vita così, a 25 anni» dice con le lacrime agli occhi Gloria Callegaro «Francesca era una cara ragazza, grintosa ma sempre nei limiti. Mi hanno tanto parlato della sua passione per la montagna e per gli sport in generale. Insieme allo staff esprimiamo il nostro cordoglio alla famiglia».

Dolore anche a Cadoneghe. «Una ragazza dolcissima, rispettosa, si faceva voler bene» la ricorda una collega «amava fare scalate e anche nuotare. Non so dove trovasse la forza di andare la sera dopo il lavoro in piscina. Era sempre in movimento». Francesca era una ragazza concreta, avrebbe voluto fare la commessa ma poi ha trovato lavoro in un laboratorio di pasticceria di Sant’Andrea di Campodarsego come stagista, passando un anno fa da Novello dove si era distinta per il modo delicato e gentile di porsi. Appassionata della natura e delle scalate, tanto che aveva contagiato anche il fidanzato Marco. Da poco il giovane si era comperato tutto il set di arrampicata per poterla seguire e l’avrebbe dovuto inaugurare facendo una ferrata facile. Ieri Francesca, vista la bella giornata, si era preso un giorno di riposo. Sotto choc il giovane che le ha insegnato la disciplina che tanto la appassionava. «L’ho vista due giorni fa, mi ha detto che andava col suo ragazzo in montagna» ricorda Davide Pivato «sono stato io a portarla a questo sport. Non era molto esperta perché aveva fatto solo un corso di arrampicata in palestra, ma era tanto entusiasta e le piaceva molto questa disciplina. Andava su bene, era leggera. Siamo andati insieme in arrampicata quattro volte, due semplici e le altre due toste, quando aveva preso un po’ di sicurezza. La prima ferrata l’ha fatta insieme a me sul Grappa, l’ultima un mese fa sulla Marmolada insieme ad altri due amici. Le ho insegnato ad arrampicarsi usando i moschettoni e a prendere tutte le precauzioni per evitare cadute. Il destino è stato crudele con lei, sono shoccato. Non ho parole, mi sembra impossibile non trovarla più al lavoro».

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