Compravendita di auto una nuova condanna per il truffatore seriale

Inflitti nove mesi a Massimo La Bua per due truffe nel 2016 A gennaio era stato condannato anche per una rapina 



Si direbbe che le truffe sono la sua specialità, peccato per lui non essere tanto bravo a sfuggire alla giustizia come a violare la legge. Il Tribunale di Padova ha inflitto una nuova condanna a Massimo La Bua, 56 anni, ultima residenza a Teolo ma dichiarato irreperibile con decreto del pubblico ministero dal 28 agosto 2016.

il curriculum

Nove mesi di reclusione che si aggiungono ai sei già collezionati con le precedenti condanne per truffa e ad altri cinque anni che gli sono stati inflitti lo scorso gennaio per la violenta rapina ai danni di un fruttivendolo ambulante in quel di Mestrino, episodio risalente al dicembre del 2014.

società fantasma

La Bua si presenta alle sue vittime designate come titolare della società Top Camper, con sede ad Abano Terme, ostenta con sicumera carta intestata e timbri e non gli manca la favella per carpire la fiducia di chi gli sta davanti. Così nel gennaio del 2016, a Padova, si presenta a M. D. come esperto commerciante di auto usate e gli propone di vendergli la sua Grande Punto per la cifra di 6 mila euro. A M. D. sembra un buon affare e accetta di vendere l’auto. Tutti i documenti vengono compilati e timbrati e compare chiaramente la società Top Camper. Peccato che della somma pattuita, alla vittima non sia arrivato manco un centesimo. Un secondo caso di truffa risale invece al marzo del 2016, stavolta consumato tra Monselice e Rubano. In questo caso La Bua, sempre spacciandosi per esperto commerciante di auto usate e titolare della Top Camper, concorda con un cliente la vendita di una Range Rover. E. V. è disposto a pagare il Suv 20.300 euro, somma che consegna a La Bua in più tranche, in parte tramite bonifici bancari, in parte in contanti. Ma anche in questo caso la truffa è dietro l’angolo. Nonostante la bella cifra pagata, infatti, del potente Suv non si è mai vista l’ombra.

la condanna

Sia M. D. che E. V. una volta resisi conto di essere stati truffati da quel falso commerciante, si sono rivolti ai carabinieri per sporgere denuncia. Quando sotto gli occhi degli inquirenti è spuntato il nome di Massimo La Bua si è accesa una lampadina, non fosse altro per la sequela di precedenti a suo carico. Le indagini, coordinate dal pubblico ministero Sergio Dini, sono andate avanti spedite e per La Bua è arrivato il rinvio a giudizio e quindi il processo. Nei giorni scorsi si è celebrato l’atto finale con la sentenza di condanna a carico del cinquantaseienne a nove mesi. Per il truffatore seriale sembra affacciarsi a nuova carriera di condannato seriale. —



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