Comune, stangata espropri da 8 milioni

PADOVA. Bitonci rischia di pagare i conti salati della “fu” giunta Bentsik. In ballo ci sono ben 8 milioni di euro che il Comune è stato condannato a pagare alla famiglia Carotta, per una vicenda legata agli espropri avvenuti a metà degli anni Settanta sui terreni della ex fornace.
Una storia iniziata 138 anni fa, quando Giulio Carotta investe capitali agrari nella costruzione di fornaci in varie città del Veneto per fabbricare vasi di terracotta e materiale laterizio. La vicenda dura esattamente un secolo, fino al 1976, anno in cui i forni vengono definitivamente spenti perché l’azienda non riesce a reggere la concorrenza di altri e più solidi produttori. Qualche anno prima erano già nate delle tensioni tra i Carotta e l’amministrazione, che nel 1963 aveva vincolato l’area a sud della chiesa della Sacra Famiglia, su cui era insediata anche la Fornace Carotta, destinandola all’edilizia economica popolare. La famiglia Carotta, proprietaria dell’area, però cercò di contrastare in tutti i modi l’esproprio perché le condizioni economiche erano ritenute inadeguate. Questo provocò una lunga controversia che si è trascinata per anni, finita però con la cessione dell’area al Comune. Oggi su quei terreni sorgono i palazzoni Pep e alcuni spazi pubblici di aggregazione. Dopo la cessione dell’area, però i Carotta hanno continuato la loro battaglia legale. Siamo a metà degli anni Settanta e sindaco è il democristiano Ettore Bentsik. La storia va avanti per anni e anni, e il Comune ne esce sempre pulito fino agli inizi degli anni Novanta. All’epoca infatti la Commissione dei lavori pubblici apporta una serie di modifiche alle norme a garanzia degli espropriati. Quelle modifiche ribaltano provvedimenti e sentenze. Si arriva al 2014, quando durante gli ultimi mesi dell’amministrazione Rossi arriva l’ennesima sentenza del Tribunale che stavolta dà ragione ai proprietari dei terreni. Il Comune deve sborsare 8 milioni di euro agli eredi dei Carotta.
Colpita all’improvviso da una tegola proveniente da un passato remoto, la macchina comunale cerca di avviare una trattativa con i beneficiari. Offre una parte in denaro e un’altra in beni immobili, tra quelli inseriti nella lista comunale attraverso il procedimento di alienazione. Nel frattempo ci sono state le elezioni e il cambio di guardia a palazzo Moroni. L’assessore Stefano Grigoletto adesso si ritrova nella difficile posizione di dover risolvere un guaio passato, in quarant’anni, dalle mani di ben nove sindaci: deve trovare 8 milioni nel bilancio appena approvato per pagare i Carotta o riuscire a rimettere in moto la macchina della giustizia.
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova