Con l’ok a Leroy Merlin chiuderanno 40 negozi: «Ora fate qualcosa»

La Confesercenti: «Chiediamo strade diverse e nuove regole e ci sentiamo rispondere da anni che non si può intervenire»

PADOVA. Forse avremo 400 posti di lavoro da Leroy Merlin ma di certo, con l’arrivo del megastore all’ex foro boario di corso Australia, nella zona chiuderanno 40 negozi nei primi due anni di apertura che poi saliranno a 100 nei quattro anni successivi».

Sono i risultati dell’indagine realizzata da Confesercenti, ricordati dal direttore Maurizio Francescon. E non è un attacco diretto alla multinazionale francese, ma una richiesta di attenzione dei piccoli commercianti contro l’avanzata della grande distribuzione: «Sono anni che stiamo chiedendo strade diverse, nuove e forti regole di programmazione degli insediamenti commerciali ma nonostante questo, con la consueta affermazione “non possiamo farci niente”, si continua ad aprire».

Le ricadute di Leroy Merlin Il nulla osta della Soprintendenza, in arrivo a fine mese, mette il definitivo via libera all’operazione. I lavori inizieranno nell’estate del 2019 e l’apertura del grande negozio di “fai da te” è in programma per il 2020. Con quale impatto? Confesercenti parla di 1.500 negozi che operano nello stesso ambito in un raggio di 30 minuti di percorribilità, con quasi 4 mila addetti.

«Nel territorio circostante verranno trasferite vendite al dettaglio per un valore di oltre 32 milioni di euro – si spiega nello studio realizzato dall’associazione di categoria – E sulla viabilità di corso Australia arriveranno 8 mila auto in più all’anno».

L’impatto della grande distribuzione Confesercenti allarga poi lo sguardo alle prossime aperture. Solo a Padova sono in arrivo oltre 54 mila metri quadri di superficie di vendita. A cui, in provincia, vanno aggiunti i 35 mila del centro commerciale integrato di Due Carrare e i 12 mila del nuovo Aliper a Abano. Ad oggi la media padovana è di 510 metri quadri per abitante, quando quella italiana è di 384.

«È obbligatorio che l’amministrazione padovana affronti la questione al fine di evitare che la realizzazione di tutte queste nuove strutture porti alla totale desertificazione dei quartieri e del centro storico», è la conclusione di Confesercenti.

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